Ma abbiamo davvero necessita' di dormire?
< > Come tutti gli impulsi primordiali, anche l’impulso di dormire risulta essere una e vera propria pulsione fisiologica, l’uomo tarscorre circa un terzo della sua vita in questo stato d’incoscienza. Nell’ultimo ventennio sono state condotte numerose ricerche a riguardo del significato fisiologico del sonno, tuttavia parte di questo rimane ancora un mistero per il mondo scientifico. Il dato unanime è che il sonno non ha un’unica funzione, infatti risulta fondamentale per svariati proc...
< > Come tutti gli impulsi primordiali, anche l’impulso di dormire risulta essere una e vera propria pulsione fisiologica, l’uomo tarscorre circa un terzo della sua vita in questo stato d’incoscienza. Nell’ultimo ventennio sono state condotte numerose ricerche a riguardo del significato fisiologico del sonno, tuttavia parte di questo rimane ancora un mistero per il mondo scientifico. Il dato unanime è che il sonno non ha un’unica funzione, infatti risulta fondamentale per svariati processi biologici, dall’armonioso funzionamento del sistema endocrino, all’apprendimento, allo stoccaggio dei dati processati dal cervello sottoforma di ricordi, all’interpretazione corretta delle emozioni, fino all’eliminazione delle tossine dal cervello. In linea di massima la deprivazione di sonno non “elimina” queste funzioni, ma semplicemente le rende meno efficienti, nonostante paradossalmente chi viene privato del sonno per lunghi periodi (mesi) è destinato ad un destino infausto. Senza ombra di dubbio la prova più eclatante che il nostro organismo necessita di sonno, lo fornisce uno studio condotto all’inizio degli anni novanta da Carl Everson, il quale aveva dimostrato sperimentalmente come topi deprivati del sonno morivano entro 30 giorni. La deprivazione del sonno veniva condotta impedendo a questi di raggiungere la fase REM (Rapid Eye Movement), ma a tutt’oggi non sappiamo ancora spiegare perchè i topi siano morti. Esperimenti paralelli hanno escluso solo alcune delle possibili cause responsabili, quali incrementi dello stress, piuttosto che difetti nella termoregolazione o del sistema immuniatrio. In realtà la morte per deprivazione del sonno interessa anche l’uomo, sono noti casi di insonnia familiare fatale, ovvero una malattia umana ereditaria associata ad una crescente insonnia, la quale presentandosi per periodi prolungati e costanti porta successivamente a morte. L’analisi post mortem di soggetti affetti da questa condizione ereditaria, rivelano una massiva perdita di cellule nervose in due regioni del talamo (il talamo è una struttura anatomicamente localizzata a livello mesencefalico, con funzione si stazione di transito/smistamento degli input sensoriali). Le due regioni coinvolte sono conosciute in ambito fisiologico per lo più per le loro funzioni regolatorie riferite alla memoria emotiva e nella generazione dei fusi del sonno, ovvero particolari onde cerebrali rilevabili elettroencefalograficamente nel cervello addormentato. Resta da chiarire come questo deterioramento talamico causi insonnia o morte, anche se le teorie più accrediatate nel caso dell’insonnia familiare fatale sembrano incolpare una proteina mal ripegata (prione), la quale viene eredita e trasmessa allinterno delle varie generazioni. Fortunatamente non sono registrati altri casi di decesso associati a deprivazione del sonno (se escludiamo morti accidentali al volante per colpi di sonno); né risultano persone che abbiano trascoso mesi senza dormire, la sfida dei neurofisiologi nella piena comprensione del significato del sonno e degli effetti del suo deprivamento resta tutt’ora aperta. Luca Emanuele Bossi