Fagnano Olona, Volare in mongolfiera, la grande passione di Stefano Venegoni

Pubblichiamo oggi una bella intervista ad un giovane fagnanese, Stefano Venegoni, che simpaticamente, ma in modo serio, potrebbe rifarsi alla saggezza popolare di “avere la testa tra le nuvole” portando avanti in maniera ammirevole un'antica tradizione familiare.

“Cominciamo dal dire che sono nato nel 22/8/1998 a Varese, ho frequentato l’I.t.i.s. A.Ponti di Gallarate e mi sono diplomato in Elettronica.

Tra la patente del 125cc e la patente B, però, ho deciso di seguire le orme di nonno e papà cercando di conquistarmi il brevetto di pilota di pallone libero o, più comunemente conosciuto come mongolfiere”.

E qui la domanda viene spontanea… come mai questa scelta che possiamo dire “singolare” per un giovane?

La risposta è semplice. Mio nonno (Silvano Venegoni), era il secondo pilota del primo pilota aerostatico nazionale, ovvero colui che ha effettivamente creato il mondo aerostatico italiano importando il primo pallone ad aria calda in Italia, Piero Porati.

Di conseguenza, mio papà (Davide Venegoni) ha sempre seguito nonno e io, per fortuna o purtroppo, ho seguito loro negli eventi in tutta Italia, innamorandomi (seppur non in modo conscio) dell’aria”.

Come ti sei avvicinato a questo mondo affascinante?

“Tornando alla mia storia, ho frequentato la scuola di Milano Mongolfiere (PV) in periodo scolastico volando al mattino e andando all’Itis alle 8.

Grazie al mio istruttore di volo Marco Montagna, l’addestramento inconscio di nonno, papá e Piero negli anni, lo studio delle nozioni di aerostatica, telecomunicazioni e di altre infinite materie (come la medicina e la meteorologia) vengo ammesso all’esame da pilota. Passo la teoria e la pratica ed il 16/1/16 ottengo la mia licenza. Comico il fatto che potessi volare prima di andare in macchina… ma passiamoci sopra”.

Ottenuta la licenza, ti si è aperto un mondo nuovo quindi

“Da li in poi giro tutta Italia per raduni cercando di divertirmi quanto più possibile e cercando di divulgare a più persone possibili la mia passione.

Oltre a ciò cerchiamo anche di andare nelle scuole per fare delle piccole convention sull’aerostatica in modo da incentivare nuovi piloti a farsi avanti. Esperimento tentato in varie scuole in zona Varese come le Fermi di Fagnano o le elementari di Venegono e riuscito in modo eccelso.

Prima di continuare, faccio presente che non sono e non potrei essere solo, a fare quello che faccio. Creiamo quindi, sempre nel 2016, una piccola squadra composta dalla mia famiglia (mamma Ivana, papà Davide e Lisa, mia sorella più piccola) e un amico di famiglia, Giuseppe, conosciuto negli anni con Porati.

Il nome che abbiamo scelto di comune accordo è ARCADIA FLY TEAM e ci presentiamo dalla creazione con questo nome in tutte le manifestazioni, eventi e gare accomunati da questo nome.

Ovviamente, dato che è sempre un piacere accogliere nuovi membri, cerchiamo di essere più aperti possibili in modo da far provare l’esperienza del volo a quanta più gente possibile ma soprattutto quella di non fare un volo “commerciale e turistico” ma di vivere con noi l’avventura del volo.

Ci troviamo quindi a portare amici e parenti, oppure completi sconosciuti accomunati dalla passione per il volo. Non nascondo che è faticoso ma, con la giusta voglia, passione e dedizione, tutto risulta più leggero (almeno fino a quando alla fine non si richiude tutto e l’adrenalina cala), aggiunge sorridendo Stefano.

Durante questi due anni, infatti, ci siamo trovati a bordo chiunque. Dall’amico di sempre che fin da piccolo veniva con te a scuola, allo youtuber che, per sbaglio, ti conosce e scopre che fai il pilota di mongolfiere e rimane stranito dal fatto che lo inviti a volare sulla Majella a Chieti ad esempio.

Sono passati musicisti, militari e (non scherzo) una fanfara di alpini.Abbiamo conosciuto altri team e piloti che ci aiutano tutt’ora nel trovare alloggi o che ti invitano in Italia o all’estero a fare un voletto domenicale in posti splendidi”.

Cosa si prova a fare un volo in mongolfiera?

“Tranquillità. Il cesto di una mongolfiera è una finestra a 360 gradi sul mondo sottostante che può essere spostata a pochi metri dai tetti delle case oppure a migliaia di metri d’altezza mostrandoti quanto il mondo sia piccolo.

Si è immersi nelle correnti quindi non ci sono sensazioni sgradevoli come vuoti d’aria o vento sulla faccia. Sei un tutt’uno con la natura intorno a te e nulla che ti disturba. Hai il tempo, se sei passeggero, si pensare a tutto ciò che hai per la testa senza la pressione opprimente del mondo di sotto e, se sei il pilota, di impegnarti a capire come girano i flussi e come direzionare un pallone che, ricordo, non ha timone, verso il punto desiderato sfruttando i cambiamenti di quota (dato che la struttura del cielo è lamellare, con correnti diverse in base alla quota raggiunta).

Credo inoltre che sia l’unico modo per apprezzare veramente un immenso panorama in continuo cambiamento. D’altronde, in questo tipo di volo, l’importante è il viaggio e non la meta”.

Ma quale è la migliore esperienza mai provata fino ad ora?

“Beh, ammetto che a livello di emozione, nulla può battere la vittoria del “trofeo internazionale città di Capannori”, disputatosi nel settembre 2017, dove 20 team lottavano per la vittoria nella piccola cittadina di fianco a Lucca.

L’allegro Arcadia Tly Team si presenta di fronte ad un campione italiano, al detentore del trofeo dell’anno precedente, ad altri piloti premiati provenienti da tutto il mondo con una squadra formata da una famiglia ed un amico.

Dopo due prove di tiro al bersaglio (così funzionano le gare: viene posizionato un bersaglio da un pallone partito con un tot di anticipo oppure su uno specifico punto e, tramite un piccolo sacchetto di sabbia, bisogna colpire la X il più vicino al centro possibile) ci classifichiamo terzi.

A sorpresa, l’ultima prova che era in procinto di essere cancellata per pioggia, viene confermata e, dopo essere decollati da un parcheggio ed eseguito il volo più corto della mia vita (dato il forte vento e la breve distanza dal bersaglio), ci troviamo primi.

Vinciamo così il trofeo in barba ai team più blasonati, guadagnando la soddisfazione di calcare il primo gradino del podio.

Ci sono state anche altre soddisfazioni ovviamente, come passare le nuvole per la prima volta a 3000mt ca. oppure fare 75Km in linea d’aria ed atterrare nell’ultimo campo disponibile dopo 2,30h di volo, guadagnando il record di distanza e durata a Fragneto Monforte durante il XXXI raduno internazionale”.

Volando ai giorni nostri, e utilizziamo questo termine non a caso, cosa ci facevi a Cassano domenica scorsa con un pallone Blu scuro al posto dell’ormai leggendario pallone bianco-rosso, reduce di mille battaglie?

“Beh, come tutte le cose belle, prima o poi la pacchia finisce. Ecco che, qualche mese fa, il vecchio pallone viene mandato in pensione per le sue ore di volo e ci troviamo, nella nostra realtà sportiva, “a terra”. Continuiamo a lavorare come team freelancer per alcune compagnie commerciali ma nulla è più soddisfacente di un volo di piacere, non commerciale.

Rimboccandoci le maniche, riusciamo ad acquistare questo nuovo pallone Blu scuro.

3600metri cubi d’aria, tre posti più il pilota e tanta voglia di avventura. 

Ecco perché eravamo li!

Per ritrovare il gusto del volo sportivo, per riabbracciare il piacere di volare ed, anche, sperare che il nuovo pallone reggesse lo sforzo.

Test passato egregiamente, 1h di volo circa con decollo dall’Oasi di Cassano ed atterraggio a Gornate Olona dove, estasiati, tre ragazzi ci hanno anche dato una mano a ritirare il pallone dopo il perfetto atterraggio”.

Prossimi obiettivi?

“Beh, il principale ora è di addestrare un nuovo pilota in famiglia che mi faccia compagnia e che, spero, segua la scia creatasi.

Per il resto, come già detto prima, puntiamo a divulgare questa bellissima realtà che nostro malgrado non è molto conosciuta ma che giorno dopo giorno, ancora affascina le persone.

Soprattutto quando si trovano la tua cesta a 2mt dal balcone di casa, quando saluti le persone che dal marciapiede ti notano e rimangono a bocca aperta o quando, senza scherzare, ti fai passare un caffè da una persona che molto gentilmente te lo offre al volo, letteralmente (avvenuto in Toscana, una signora ci ha passato un bicchierino di plastica con il caffè dalla finestra di casa sua!).

Non mancherà di certo la parte prettamente sportiva ed agonistica che, a tempo debito, intendiamo portare avanti con un occhio di riguardo.

Quindi, per qualunque curiosità scriveteci ad arcadiaflytam@gmail.com, visitate la nostra pagina Facebook Facebook.com/arcadiaflyteam oppure il nostro sito internet arcadiaflyteam.netsons.org (dove trovate foto, video, interviste etc.). Resti ben chiaro che, in qualunque posto ci troviate, saremo lì comunque per passione e per farvi scoprire questo magico mondo.

Non esitate quindi a farci domande o a fermarci per scambiare quattro chiacchiere! Ma attenzione... potremmo farvi innamorare!”