INFERMIERE AGGREDITO IN SICILIA, SOLIDARIETA' DI FSI-USAE
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- 20 agosto 2017 Sindacato
Ennesima aggressione negli ospedali siciliani, Fsi-Usae: “Solidarietà all’infermiere del pronto soccorso di Canicattì” Palermo 19 agosto 2017 – Altro caso di aggressione fisica all’interno degli ospedali siciliani. La vittima, un’infermiere dell’ospedale “Barone Lombardo di Canicattì. A colpirlo all’apice di una discussione sfociata in aggressione sarebbe stato il genitore di una bambina, giunti al pronto soccorso. È l’ennesimo caso, però, di una lunga serie di aggressioni nei pronto so...
Ennesima aggressione negli ospedali siciliani, Fsi-Usae: “Solidarietà all’infermiere del pronto soccorso di Canicattì” Palermo 19 agosto 2017 – Altro caso di aggressione fisica all’interno degli ospedali siciliani. La vittima, un’infermiere dell’ospedale “Barone Lombardo di Canicattì. A colpirlo all’apice di una discussione sfociata in aggressione sarebbe stato il genitore di una bambina, giunti al pronto soccorso. È l’ennesimo caso, però, di una lunga serie di aggressioni nei pronto soccorso siciliani denunciati dalla Fsi-Usae - si legge nella nota del sindacato - nei mesi scorsi aveva già pubblicato un dossier con gli episodi più gravi. “L’organizzazione sindacale Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti aderente alla confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei esprime massima solidarietà al collega infermiere aggredito al pronto soccorso di Canicattì rassicurando che non saranno lasciati soli e che continuerà a vigilare”. La Fsi-Usae denuncia il grave pericolo al quale sono esposti i pazienti che accedono in questa area dell'ospedale a causa dell'assoluta mancanza di sicurezza dell'ambiente lavorativo in cui sono costretti ad operare i sanitari del pronto soccorso del presidio ospedaliero “Barone Lombardo”, oggetto giornalmente di intimidazioni, aggressioni verbali e spesso fisiche, costretti spesso con violenza a interrompere il pubblico servizio. Un sistema sanitario regionale ormai inefficiente, disorganizzato e paralizzato dalla malapolitica, a fronte di pazienti e cittadini esasperati dalle lunghe attese per l'agognato 'posto letto', l'assenza di riposte adeguate da parte dei servizi sanitari territoriali, e di reparti che chiudono battente per le carenze di organico. Una miscela esplosiva di carenze e disfunzioni in cui il personale, ormai allo stremo, è lasciato solo come "parafulmine". “I pronto soccorso siciliani, spiega la nota sindacale, sono sempre di più territorio di nessuno, sovraffollati e senza controlli, diventano un rischio sia per il personale sanitario sia per i pazienti. Questi ultimi, infatti hanno tempi di attesa lunghissimi, oppure stazionano per ore o giorni su barelle inadatte, spesso vengono visitati in sale sovraffollate o nei corridoi, senza la minima possibilità di privacy”. “La Fsi-Usae chiede che venga ridata la giusta dignità sia a chi opera all'interno dell'ospedale “Barone Lombardo”, sia ai cittadini che vi accedono e si impegnano ad intraprendere tutte le iniziative, anche legali, volte alla tutela della salute pubblica e dei lavoratori. “Episodi simili ormai sono all’ordine del giorno, per questo come organizzazione abbiamo lanciato l’allarme a tutte le istituzioni competenti soprattutto per i turni notturni. “Auspichiamo
un riscontro da parte del direttore generale, che è il primo responsabile della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei dipendenti”. “Sulle aggressioni ospedaliere abbiamo stilato un dossier con gli episodi più gravi degli ultimi sei anni inviato ai Ministri della Salute, dell’Interno e alle Prefetture siciliane. Inoltre abbiamo promosso due interrogazioni parlamentari presentate al Senato. Come organizzazione sindacale – conclude la nota - continueremo a chiedere alle aziende sanitarie, ai Prefetti ed gli enti di competenza che si adottino delle misure forti e ribadiamo all’assessore regionale della salute Gucciardi che deve calarsi nella realtà ospedaliera per capire quanto personale sia da assumere e quali sono le reali problematiche che vivono i lavoratori tutti i giorni”. I dirigenti sindacali Calogero Coniglio, Salvatore Ballacchino, Maurizio Libro