I morti vanno rispettati, polemica su targa Perlasca

I morti di tutte le provenienze e non solo per questioni politiche, vanno rispettati
Riceviamo la presente dichiarazione:
I Giovani Democratici di Varese esprimono profondo sdegno e preoccupazione per il furto della targa dedicata a Giorgio Perlasca. L'Antifascismo e la difesa dei valori democratici e costituzionali sono da sempre pilastri ideali della nostra giovanile, e non possiamo tollerare che accadano gesti tanto vili e irrispettosi della Storia nella nostra città. Spesso si tende a relegare erroneamente l'antifascismo nella dimensione esclusiva del passato, ma azioni come queste dimostrano che i valori sui quali si basa la nostra vita politica e civile vanno continuamente difesi.
<> Sono le parole del segretario cittadino GD Michelangelo Moffa.
La targa era un riconoscimento a Perlasca che, ricordiamo per giustizia di cronaca, che da giovane era fascista, poi si allontanò dal fascismo in seguito alle sbagliate leggi razziali ...
Sulle leggi razziali solo qualche estremista potrebbe esprimersi positivamente, anche in Italia ci sarebbe molto da dire ancora sui tanti segreti della morte di Mussolini che ha pagato barbaramente ammazzato dai partigiani senza un regolare permesso. Fatta questa precisazione è chiaro che i morti si rispettano e il loro ricordo deve esserci come il rispetto per chi non c'è più al di là di ogni colore politico, seppure non si condivida la vita e l'attività della persona defunta.
Aggiungerei però a tal riguardo, che Italia ci sono ancora morti di serie A e morti di serie B.
Ci ha lottato per la patria non viene ricordato volentieri da quello che resta della sinistra italiana, nonostante il cambio di casacca di tanti politici che dal fascismo si sono poi riciclati alla democrazia: Giuseppe Ungaretti o Dario Fo, o altri comunque ben noti, come Indro Montanelli o Enzo Biagi
Alcuni lo ammisero come errore di gioventù, altri se ne vergognavano , qualcuno non rinnegò come Indro Montanelli non ha mai nascosto di essere stato fascista: "Non chiedo scusa a nessuno", ribadiva sul Corriere della Sera