Busto Arsizio, M5S sul rinvio del voto sul futuro di Accam

A Busto Arsizio, ennesima giravolta sulla vicenda Accam. Ieri in commissione ci è stata comunicata la decisione di posticipare la votazione sull’atto di indirizzo per il piano industriale al prossimo consiglio (20 novembre). Slitta quindi di un mese, probabilmente per far passare “in tranquillità” le elezioni provinciali, una decisione cruciale per Busto Arsizio.

“Avremo il tempo per audire la presidente di Accam, Laura Bordonaro” ha annunciato la presidente Paola Reguzzoni “e capire meglio i numeri del piano industriale”.

La nostra opinione però è che se Accam non presenterà alcun piano alternativo a quello proposto, c’è ben poco da capire.

Lo stesso settore al bilancio del Comune ha prodotto un documento di osservazioni allegato alla delibera di approvazione del nuovo piano industriale, che sarebbe dovuta andare in consiglio oggi, dove vengono evidenziate parecchie criticità e per come la vediamo noi smonta irreparabilmente un piano industriale senza capo né coda.

In sintesi alcune delle criticità evidenziate dal documento: non c’è certezza dei ricavi previsti per il 2018, non c’è indicazione di come si vuole ampliare il bacino di conferimento e in che tempi, non ci sono previsti accantonamenti per rischi ambientali o cause legali (eppure si tratta di una voce non trascurabile visto che la stessa Accam giustifica il negativo in bilancio del 2017 come conseguenza della causa persa con Comef), non si capisce come Accam giustifichi l’assunzione di 45 persone nel 2022 con la chiusura dell’impianto prevista al 2027.

Le numerose perplessità emerse dalle osservazioni del Dirigente al Bilancio del comune di Busto hanno portato l’amministrazione a scrivere in delibera “che il consiglio darà mandato ai Dirigenti competenti di svolgere una stringente e costante attività di controllo”.

Ma come? Una amministrazione che chiede ai dirigenti di controllare una barca che fa acqua da tutte le parti? è un po’ come chiedere a Kate Winslet di affondare insieme al Titanic!

Noi ci chiediamo, e poniamo la domanda anche alle forze di maggioranza e di opposizione, “come si potrà votare un atto di indirizzo che dà mandato al sindaco di esprimere voto favorevole al nuovo piano industriale con queste premesse? Come si può ancora dare credito, senza numeri certi, a chi fino a poco tempo fa garantiva che il piano proposto nel 2016 dava certezza di chiusura in bonis al 2021?”

Quello che noi chiediamo seriamente ad Accam e alla amministrazione Bustocca è di capire quali sono i conti attuali del piano C3, quali i ricavi del 2018 e la situazione dei conferimenti e quale potrebbe essere una strategia per mantenere la chiusura al 2021, visto anche che lo scorso anno sono stati fatti degli investimenti per trattare i rifiuti ospedalieri e visto che il lavoro del tavolo tecnico, chiesto dai soci, comprendeva anche lo scenario di chiusura (nonostante la presidente Bordonaro dica che lei ha avuto un mandato solo per approfondire il proseguimento dell’attività oltre il 2021) .

E’ ora che arrivino risposte serie, basate su scelte responsabili e condivise.

Avallare un piano con le criticità specificate nel documento redatto dal dirigente del Comune di Busto esporrebbe la nostra amministrazione ad un danno economico molto probabile" concludono Luigi Genoni e Claudia Cerini.