M5S Busto: il piano industriale voluto da Accam presenta enormi criticità
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- 18 ottobre 2018
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- Views 64 Politica Busto Arsizio
Ci fa piacere che finalmente anche la lega prenda una posizione chiara su Accam. Più volte palesata,
ma mai fino ad oggi veramente ufficializzata.
Una decisione che riporta finalmente l’interesse dei cittadini al centro della politica.
Noi lo abbiamo detto più volte negli ultimi tempi: il piano industriale voluto da Accam presenta
enormi criticità: dal bacino di utenza che deve passare da 425.000 a 550.000 abitanti, ai ricavi che
sembrano provenire per la maggior parte da conferimenti extra-consorzio (incompatibile con la
gestione In house providing) o che aumentano considerevolmente già nel 2018 (peccato che siamo a
ottobre e ci stanno prospettando il rischio fallimento), ai costi aziendali che rimangono altissimi
fino al 2021 per via del contratto con Europower (6 mln all’anno di costi per personale e
manutenzioni), ecc...
In consiglio quindi ci troveremo sicuramente concordi nel votare contro il posticipo della chiusura
dell’inceneritore. Anzi a questo punto per noi continua a valere il piano C3, votato a
maggioranza dai soci nel 2016, che prevede la chiusura in bonis della società al 2021. Le
alternative del tavolo tecnico, per un futuro ambientalmente più sostenibile della società, questo
cda, di nomina politica, non ha voluto nemmeno metterle sul tavolo e se ne prenderà tutte le
responsabilità.
Se il problema di Accam per arrivare alla chiusura in bonis nel 2021 è quello di uscire dall’in house
siamo anche disponibili a valutare, e anche i sindaci dovrebbero essere disponibili a valutare, questa
possibilità perché la scusante del fallimento imminente (usata già nel 2016) non è oggi accettabile;
non certo dopo che Accam ha svalutato il 90% del suo patrimonio per ammortizzare l’impianto e i
debiti, non certo dopo che la presidente Bordonaro un anno fa garantiva che l’investimento dei
nuovi filtri (per 4mln di euro) era tranquillamente assorbibile nei 4 anni successivi.
La società si impegni a portare alla prossima assemblea un prospetto con un piano di chiusura
al 2021 come se agisse fuori dall’in house, quale alternativa all’unico piano industriale proposto.
Così si supererebbe anche il problema, più volte evidenziato dalla presidente, di alcuni mancati
conferimenti da parte dei soci, che non permettono di raggiungere i ricavi previsti.
Come dichiara Speroni, segretario della lega, il voto sul piano industriale di Accam dovrà passare
dal consiglio comunale, che non ha dato un mandato in bianco al sindaco, anzi, la delibera
votata nel 2016 ribadiva a chiare lettere la chiusura dell’inceneritore al 2021. Ad oggi la lega
si è espressa e noi ci auguriamo che non cambi idea, facciamo a questo punto un appello alle forze
di opposizione, in particolare a Busto al Centro nelle cui fila siedono due medici che non possono
ignorare le evidenze dell’analisi epidemiologica sulle ricadute dell’inceneritore fatta da ATS, e al
Partito Democratico che purtroppo ultimamente sta facendo in più occasioni da stampella alla
maggioranza, affinché questo tema non venga trattato ai fini di uno scambio di “cortesie” in vista
delle elezioni provinciali, perché ne va della salute della popolazione per i prossimi 20 anni.