Il notaio Fabio Diaferia, presidente della Associazione Pro.Loca.Tur. interviene sui B&B di Varese.
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- 28 marzo 2018
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Egregio direttore, sono il notaio Fabio Diaferia, presidente della . Pro.Loca.tur. è l’associazione di proprietari che ha presentato al Governo l’istanza con la richiesta di impugnare la legge regione Lombardia 7/2018 che ha introdotto il cosiddetto CIR (codice identificativo di riferimento) per le strutture ricettive denominate “case e appartamenti per vacanze” e anche per gli alloggi dati in locazione turistica dai proprietari privati. riceviamo e pubblichiamo Ritengo ...
Egregio direttore, sono il notaio Fabio Diaferia, presidente della .
Pro.Loca.tur. è l’associazione di proprietari che ha presentato al Governo l’istanza con la richiesta di impugnare la legge regione Lombardia 7/2018 che ha introdotto il cosiddetto CIR (codice identificativo di riferimento) per le strutture ricettive denominate “case e appartamenti per vacanze” e anche per gli alloggi dati in locazione turistica dai proprietari privati.
riceviamo e pubblichiamo Ritengo quindi di aver titolo per fare qualche precisazione in ordine alle dichiarazioni del signor Alfredo Dalferro, presidente della associazione dei B&B di Varese. Il Governo nelle motivazioni della propria impugnazione ha spiegato molto bene che la normativa regionale risulta censurabile in merito alla nuova regolamentazione che, implicitamente viene introdotta. Le nuove disposizioni sembrano sottintendere la sostanziale corrispondenza tra la disciplina normativa cui sono sottoposti i suddetti alloggi locati per finalità turistiche rispetto a quella delle (differenti) strutture ricettive del tipo “ case e appartamenti vacanze” di cui all’articolo 26 della medesima legge Regione Lombardia del 2015. Il Governo ha altresì ricordato che la locazione di un appartamento a finalità turistiche è contemplata dal c.d. Codice del Turismo (D.lgs. 23 maggio 2011, n. 79) ai sensi del quale la normativa applicabile è quella dettata dal codice civile per le locazioni (artt. 1571 e ss cc) e che, nel capo II dedicato alle locazioni turistiche, si prevede che gli alloggi locati esclusivamente per finalità turistiche, in qualsiasi luogo ubicati, sono regolati dalle disposizioni del codice civile in tema di locazioni (art. 53). Invece le strutture ricettive denominate case e appartamenti per vacanze presuppongono un’organizzazione a carattere imprenditoriale, ovvero un’attività ricettiva con i requisiti dell’art. 2082 cc. In sostanza, la casa vacanza è una vera e propria struttura ricettiva extralberghiera e, in quanto tale, è disciplinata dalle normative regionali. Il vero nocciolo della questione quindi non è, come si vorrebbe far credere, la necessità di contrastare il fenomeno dell’abusivismo e della concorrenza sleale nel settore ricettivo e di tutelare chi lavora secondo le regole e le normative vigenti. Abbiamo più volte fatto rilevare che non si può parlare di “abusivismo” laddove vi sia l’esercizio di un diritto, per di più costituzionalmente garantito (quello di proprietà privata) da parte di un proprietario che intende godere del proprio bene dandolo in locazione, anche per brevi periodi. Abbiamo altresì più volte fatto rilevare che non si può parlare di “concorrenza” e tanto meno di “concorrenza sleale” laddove si abbia da un lato un soggetto che esercita il proprio diritto di proprietà privata concedendo in locazione il proprio alloggio e dall’altro lato un imprenditore o un commerciante che esercitano, per il tramite di una struttura ricettiva denominata “casa o appartamento per vacanze”, una vera e propria attività commerciale turistico ricettiva. Sono mesi che chiediamo a Regione Lombardia di consentire ai proprietari privati di potersi “registrare” per quello che sono e NON per quello che NON sono, cioè: proprietari che danno in locazione i propri alloggi e NON gestori di strutture ricettive. Sono mesi che chiediamo a Regione Lombardia di consentire che, anche in Lombardia, come in tutto il resto d’Italia, i proprietari possano “registrarsi” presso i comuni utilizzando un modulo destinato specificamente alla locazione turistica, nel quale i proprietari dichiarano di offrire in locazione il proprio alloggio ai sensi dell’articolo 53 del D.Lgs. 79/2011 (Codice del Turismo) e non di offrire ospitalità ai sensi dell’articolo 26 della l.r. 27/2015, cioè quali gestori di strutture ricettive. I proprietari non intendono “nascondersi”, non si considerano “abusivi”, esercitano il proprio diritto di proprietà privata secondo le regole e le normative vigenti e cioè secondo la costituzione, il codice civile e l’articolo 53 del D.Lgs. 79/2011. La verità è un’altra: le organizzazioni del commercio e degli albergatori non vogliono affrontare la sfida dei tempi che cambiano, non vogliono accettare che oggi una famiglia di turisti possa preferire il comfort di un appartamento privato agli spazi limitati di una camera di albergo o di un B&B e, anziché chiedere norme più favorevoli per sé, cercano di ottenere norme limitative per gli altri. Non si spiega infatti tutta questa “partecipazione” emotiva per un provvedimento (la legge introduttiva del CIR) e per l’impugnazione dello stesso da parte del Governo, che non ha alcuna diretta implicazione per albergatori e gestori di B&B … La questione non è politica, ma giuridica. Per una volta, hanno prevalso le ragioni del diritto sulle logiche politiche. Mi auguro che in nome del pluralismo ci possa essere spazio anche per noi sulle pagine di Varese Press. Con i migliori saluti Notaio Fabio Diaferia