Sicurezza Carrefour, intervista a Ennio Pietrangeli di Agri (Associazione Guardie Riunite d’Italia)
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- 31 agosto 2017 notizie importanti
Salve sig. Pietrangeli, la contatto per intervistarla in qualità di esperto e con un incarico di rappresentanza in una nota associazione di categoria, l’
Buondì, si ho un’esperienza ventennale nel settore della sicurezza pubblica e privata, con alcune specializzazioni tra cui e principalmente l’antiterrorismo.
Per AGRI, che è l’Associazione Guardie Riunite d’Italia, in qualità di membro onorario del consiglio direttivo nazionale, mi occupo del...
- Salve sig. Pietrangeli, la contatto per intervistarla in qualità di esperto e con un incarico di rappresentanza in una nota associazione di categoria, l’
- Buondì, si ho un’esperienza ventennale nel settore della sicurezza pubblica e privata, con alcune specializzazioni tra cui e principalmente l’antiterrorismo.
- Quindi avendole sottoposto il caso da noi rilevato e pubblicato inerente al CarreFour, lei cosa ne pensa?
- Ho letto il suo articolo ed ho preso notizia che questi problemi insistono in numerosi punti vendita, tra cui quelli siti a Roma. Questo è un problema che viene da lontano, perché la sicurezza costa, non c’è nulla da fare, quindi le imprese di vigilanza offrono, ai clienti restii a costi eccessivi, un servizio meno oneroso per mezzo di soggetti disarmati, molte volte inquadrati come receptionist o portieri, la quale “formazione” è diversa da quella di una guardia particolare giurata, la quale attività di vigilanza armata è regolata dal TULPS, dal DM 269/10 e dal DM 154/09.
- Quindi lei ritiene pericoloso l’impiego di soggetti disarmati e non prettamente autorizzati o formati in servizi del genere?
- Certo che si, ma questo non solo in relazione alla sicurezza pubblica ed ordine pubblico, ma come detto anche per la sicurezza del proprio personale dipendente e degli avventori/utenti, in quanto il deterrente che ha una gpg armata non è paragonabile alla figura di un soggetto disarmato e certamente non preparato professionalmente.
- Lei cita molte volte la preparazione professionale, perché, per le gpg ricevono un addestramento?
- Questo è un tasto dolente, il DM 269/10 prevede un addestramento professionale al momento dell’arruolamento di nuove leve e periodici aggiornamenti professionali, il tutto propedeutico all’innalzamento della qualità offerta nell’espletamento delle attività; ma ahimè non tutte le imprese vi adempiono, sicuramente con un danno al proprio core business nel tempo sostituito dal risparmio dei costi formativi, anche ciò avviene sempre con la complicità delle autorità che non adempiono ai propri doveri.
- Quanto asserisce è sconcertante, le autorità emanano regole stringenti e non le fanno rispettare?
- Esattamente, le faccio due esempi “stringenti”, il DM 154/09 in campo di sicurezza sussidiaria prevede che gli operatori (gpg)impiegati/e nei servizi di trasporto pubblico terrestre, marittimo ed aereo, debbano studiare un vademecum normativo sostenendo poi un esame per max due volte, il quale se non superato potrebbe portare anche ad un licenziamento della gpg per giustificato motivo oggettivo in assenza di repechage, questo però senza tener conto che purtroppo molte volte le gpg con anni di servizio alle spalle non hanno mai fatto una formazione se non all’arruolamento, quindi come possono le istituzioni pretendere che le gpg ne sappiano più delle ff.oo., perché il sunto dell’esame è quello ed è assurdo perché anche qui le stesse istituzioni son colpevoli, stante le loro omissioni.
EP Security Specialist S.M. Security Consultant H.S. International Risk & S.E. CTU & CTP Membro Collegio Sicurezza M.I.