Sicurezza Carrefour, intervista a Ennio Pietrangeli di Agri (Associazione Guardie Riunite d’Italia)

Salve sig. Pietrangeli, la contatto per intervistarla in qualità di esperto e con un incarico di rappresentanza in una nota associazione di categoria, l’  
Buondì, si ho un’esperienza ventennale nel settore della sicurezza pubblica e privata, con alcune specializzazioni tra cui e principalmente l’antiterrorismo.
Per AGRI, che è l’Associazione Guardie Riunite d’Italia, in qualità di membro onorario del consiglio direttivo nazionale, mi occupo del...

  1. Salve sig. Pietrangeli, la contatto per intervistarla in qualità di esperto e con un incarico di rappresentanza in una nota associazione di categoria, l’  
  2. Buondì, si ho un’esperienza ventennale nel settore della sicurezza pubblica e privata, con alcune specializzazioni tra cui e principalmente l’antiterrorismo.
Per AGRI, che è l’Associazione Guardie Riunite d’Italia, in qualità di membro onorario del consiglio direttivo nazionale, mi occupo della gestione del dipartimento politico e di formazione antiterrorismo.
  1. Quindi avendole sottoposto il caso da noi rilevato e pubblicato inerente al CarreFour, lei cosa ne pensa?
  2. Ho letto il suo articolo ed ho preso notizia che questi problemi insistono in numerosi punti vendita, tra cui quelli siti a Roma. Questo è un problema che viene da lontano, perché la sicurezza costa, non c’è nulla da fare, quindi le imprese di vigilanza offrono, ai clienti restii a costi eccessivi, un servizio meno oneroso per mezzo di soggetti disarmati, molte volte inquadrati come receptionist o portieri, la quale “formazione” è diversa da quella di una guardia particolare giurata, la quale attività di vigilanza armata è regolata dal TULPS, dal DM 269/10 e dal DM 154/09.
Or bene, è necessario quindi porre attenzione ad alcuni punti, seppur trattasi di attività imprenditoriali, le società di vigilanza sono soggette a licenze di polizia e all’osservanza delle norme su richiamate, le quali delineano seppur a grandi linee, le competenze delle guardie particolari giurate e dei receptionist, quindi partendo dal fatto che le gpg oltre ad avere, un decreto prefettizio che le autorizza, le nomina post giuramento e gli consente il rilascio di un porto d’armi per difesa personale, hanno una qualifica giuridica come incaricato di pubblico servizio; pertanto al fine di evitare sovrapposizioni delle figure in argomento, le norme qui citate delineano i confini di prestazione professionale di ogni figura, ma frequentemente tali confini vengono scavalcati illegittimamente a danno della sicurezza sul lavoro sia per i “receptionist” impiegati illegittimamente in attività non proprie sia per gli avventori non che dipendenti di attività commerciali e/o enti, tutto ciò con la complicità delle Istituzioni che non vigilano e non sanzionano, in nome di un risparmio illegittimo.
  1. Quindi lei ritiene pericoloso l’impiego di soggetti disarmati e non prettamente autorizzati o formati in servizi del genere?
  2. Certo che si, ma questo non solo in relazione alla sicurezza pubblica ed ordine pubblico, ma come detto anche per la sicurezza del proprio personale dipendente e degli avventori/utenti, in quanto il deterrente che ha una gpg armata non è paragonabile alla figura di un soggetto disarmato e certamente non preparato professionalmente.
 
  1. Lei cita molte volte la preparazione professionale, perché, per le gpg ricevono un addestramento?
  2. Questo è un tasto dolente, il DM 269/10 prevede un addestramento professionale al momento dell’arruolamento di nuove leve e periodici aggiornamenti professionali, il tutto propedeutico all’innalzamento della qualità offerta nell’espletamento delle attività; ma ahimè non tutte le imprese vi adempiono, sicuramente con un danno al proprio core business nel tempo sostituito dal risparmio dei costi formativi, anche ciò avviene sempre con la complicità delle autorità che non adempiono ai propri doveri.
  3. Quanto asserisce è sconcertante, le autorità emanano regole stringenti e non le fanno rispettare?
  4. Esattamente, le faccio due esempi “stringenti”, il DM 154/09 in campo di sicurezza sussidiaria prevede che gli operatori (gpg)impiegati/e nei servizi di trasporto pubblico terrestre, marittimo ed aereo, debbano studiare un vademecum normativo sostenendo poi un esame per max due volte, il quale se non superato potrebbe portare anche ad un licenziamento della gpg per giustificato motivo oggettivo in assenza di repechage, questo però senza tener conto che purtroppo molte volte le gpg con anni di servizio alle spalle non hanno mai fatto una formazione se non all’arruolamento, quindi come possono le istituzioni pretendere che le gpg ne sappiano più delle ff.oo., perché il sunto dell’esame è quello ed è assurdo perché anche qui le stesse istituzioni son colpevoli, stante le loro omissioni.
Altro esempio negativo che attanaglia il settore, sono le imprese di vigilanza in fallimento, ultimo il caso SECURPOL Group, che da mesi vede lavoratori armati senza stipendi, ecc., tra i quali poi qualcuno sceglie la soluzione più breve, il suicidio come accaduto giorni fa, l’ultimo, proprio tra le fila degli agenti securpol ma in passato anche tra le fila di altri corpi di vigilanza in stato di crisi fallimentare; anche qui le ISTITUZIONI pur potendo evitare questi suicidi, non hanno fatto nulla, nonostante hanno il potere proprio in virtù della licenza di polizia da loro rilasciata, la soluzione da AGRI proposta è semplice, è a tutela dei livelli occupazionali in primis, ma anche a tutela della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico, per questo  auspichiamo quanto prima la concessione di un incontro con il Ministro degli INTERNI e con il Ministro delle Politiche Sociali e del Lavoro, il tutto volto anche al contenimento della spesa pubblica. Noi abbiamo la soluzione, ci vuole solo il coraggio di ascoltarci come Associazione di Categoria.    

EP Security Specialist S.M. Security Consultant H.S. International Risk & S.E. CTU & CTP Membro Collegio Sicurezza M.I.