Dopo l’uscita domenicale del grande capo del centrodestra sono tre i possibili candidati alla guida del paese.
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- 27 novembre 2017 notizie importanti Politica
Dopo l’uscita domenicale del grande capo del centrodestra sono tre i possibili candidati alla guida del paese: Leonardo Gallitelli, Matteo Renzi e Luigi Di Maio [caption id="attachment_55784" align="alignleft" width="201"] Leonardo Gallitelli[/caption] Il candidato suggerito dall’eterno e onnipresente
Silvio, alla ricerca del voto dei pensionati e degli animalisti, è il generale
Leonardo Gallitelli, nato a Taranto il 9 giugno 1948 che avrà ...
Dopo l’uscita domenicale del grande capo del centrodestra sono tre i possibili candidati alla guida del paese: Leonardo Gallitelli, Matteo Renzi e Luigi Di Maio
[caption id="attachment_55784" align="alignleft" width="201"] Leonardo Gallitelli[/caption] Il candidato suggerito dall’eterno e onnipresente Silvio, alla ricerca del voto dei pensionati e degli animalisti, è il generale Leonardo Gallitelli, nato a Taranto il 9 giugno 1948 che avrà 70 anni al momento dell’insediamento (se sarà eletto) con alle spalle una dignitosa carriera nell’arma dei Carabinieri. [caption id="attachment_55785" align="alignright" width="200"] Matteo Renzi[/caption] Il candidato del Partito Democratico è l’autoproclamato Matteo Renzi, nato a Firenze l’11 gennaio 1975 che avrà 43 anni al momento dell’insediamento (se sarà eletto) laureato in giurisprudenza con una tesi sulla Storia del Diritto dal titolo “Amministrazione e cultura politica” con alle spalle il mestiere della politica partendo a 21 anni con il Partito Popolare italiano e i Comitati Prodi, per passare alla presidenza della Provincia di Firenze a 29 anni, sindaco di Firenze a 34 anni e Primo Ministro a 39 anni (il suo è stato il quarto governo più longevo della storia della repubblica e quindi ne ha avuto di tempo per realizzare il suo programma). [caption id="attachment_55786" align="alignleft" width="200"] Luigi Di Maio[/caption] Luigi Di Maio è il candidato del Movimento 5 Stelle nato ad Avellino il 6 luglio 1986, ottiene la Maturità al Liceo Classico e tenta due volte di laurearsi, ma nel 2013 a 27 anni viene eletto alla Camera dei deputati e ne diventa vicepresidente. Avrà 32 anni al momento della sua proclamazione (se sarà eletto) e potrebbe essere uno dei primi ministri più giovani al mondo. Non riuscirebbe certo a scalzare il nord coreano Kim Yong-un, diventato capo di stato a 26 anni, o Vanessa D’ambrosio, che ha guidato la Repubblica di San Marino a 29 anni, e nemmeno il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz entrato in carica a 31 anni, ma si piazzerebbe prima dell’estone Taavi Roivas diventato primo ministro a 34 anni. Sono tre candidati su misura per le tre fasce di elettori a cui puntano i relativi movimenti/partiti che li propongono. Il Generale Gallitelli è tagliato su misura per l’elettore di riferimento di Berlusconi: anziano e pensionato o animalista e in questa epoca in cui in Italia il sistema di potere è fortemente gerontocratico con i giovani lasciati al loro (pessimo) destino e gli anziani preoccupati solamente dei propri giardinetti. Matteo Renzi è il prototipo degli ex giovani rampanti, disposti a tutto pur di scalzare dalle poltrone (senza riuscirci) i gerontocrati pubblici e privati e si rivolge alle generazioni di mezzo quelle che desideravano il successo, ma senza dotarsi di “scienza e conoscenza”, che sbandieravano la scaltrezza e il cinismo come doti principali. Infine Di Maio, il candidato dei giovani e giovanissimi uniti nel grande messaggio del “Vaffa”, a capo di un movimento privo di una struttura territoriale, ma molto appetibile per chi è oberato dai problemi causati dal malgoverno di questo ultimo quarto di secolo o è un giovane a cui hanno rubato, senza nessun pudore, il futuro. I pentastellati propongono una rivoluzione dura e pura e hanno scelto come arma la più letale: la matita, incanalando la maggior parte delle proteste e la rabbia degli ultimi in un percorso istituzionale. Milano 27 novembre 2017 Fabrizio Sbardella