Assolto dal reato di «resistenza a pubblico ufficiale» Vittorio Sgarbi e il suo autista Nicola Mascellani
- /
- 05 febbraio 2018 Lombardia
Assolto dal reato di «resistenza a pubblico ufficiale» Vittorio Sgarbi e il suo autista Nicola Mascellani. Milano, Expo 2015: assolti Sgarbi e il suo autista. Sgarbi:«Rimane in piedi la mia denuncia contro il Pm Ramondini: da lui atteggiamento di intollerabile, manifesta faziosità»
MILANO - Stamane la Corte di Appello di Milano, accogliendo le istanze degli avvocati della difesa Paolo Rossi, Andrea Righi, Giampaolo Cicconi, e del Sostituto Procur...
Assolto dal reato di «resistenza a pubblico ufficiale» Vittorio Sgarbi e il suo autista Nicola Mascellani. Milano, Expo 2015: assolti Sgarbi e il suo autista. Sgarbi:«Rimane in piedi la mia denuncia contro il Pm Ramondini: da lui atteggiamento di intollerabile, manifesta faziosità»
MILANO - Stamane la Corte di Appello di Milano, accogliendo le istanze degli avvocati della difesa Paolo Rossi, Andrea Righi, Giampaolo Cicconi, e del Sostituto Procuratore Generale Celeste Gavina, ha assolto dal reato di «resistenza a pubblico ufficiale» Vittorio Sgarbi e il suo autista Nicola Mascellani che il 22 settembre del 2016, in primo grado, erano stati condannati a 5 mesi di reclusione. Mascellani, tra l'altro, è stato anche assolto dall'accusa di minacce per la quale in primo grado era stato condannato a 4 mesi.
Commenta Sgarbi: «Adesso rimane in piedi la mia iniziativa giudiziaria contro il Pm Ennio Ramondini che, nel corso della requisitoria, invece che limitarsi a provare l'ipotesi di reato, si è lasciato andare ad arbitrarie considerazioni moralistiche, gravemente lesive della mia persona, che nulla avevano a che fare con i fatti del processo, rivelando non solo pregiudizio ma anche un evidente astio personale. Un atteggiamento di intollerabile, manifesta faziosità»
Il processo era nato a seguito di un diverbio nel 2015 tra Sgarbi e alcuni carabinieri avvenuto in uno dei varchi di accesso dell'Expo. Nonostante fosse a tutti noto il ruolo di Sgarbi quale curatore della mostra «I tesori d'Italia», e nonostante in precedenza fosse stato garantito allo storico e critico d'arte l'ingresso all'Expo sulla base del semplice riconoscimento personale, un giorno alcuni carabinieri, senza un plausibile motivo, hanno opposto una serie di generici problemi di sicurezza chiedendo a Sgarbi di esibire un documento di riconoscimento: da lì il diverbio che ha portato al processo.