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L’ufficio Immigrazione della questura di Varese non si occupa solo di espulsioni, anche se sono la parte più visibile e mediatica del lavoro svolto, ma una delle attività più importanti è il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno per i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia.
Non solo espulsioni. Tra le attività
svolte dal personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Varese, occupa
uno spazio di assoluto rilievo quella finalizzata al rilascio
e al rinnovo dei permessi di soggiorno in favore di cittadini stranieri
ovvero dei familiari di cittadini comunitari, ma anche a tutta una serie di adempimenti
preliminari e di comunicazioni riguardanti i cittadini
stranieri regolarmente soggiornanti in Italia. Un lavoro prezioso, come la dedizione e
l’impegno degli uomini della Polizia di Stato, finalizzato a produrre e
rilasciare documenti necessari per lo svolgimento di attività lavorative, la
fruizione dei servizi, l’inserimento sociale, il tutto nel rispetto della
legalità e delle regole imposte dalla normativa di settore. Per avere un’idea della consistenza del
lavoro svolto, è necessario ancora una volta far ricorso ai numeri: nel corso
del presente anno, fino al mese di giugno, sono stati rilasciati ben 10.256
permessi di soggiorno, mentre le pratiche lavorate ammontano a 11.757. L’attuale trend consentirà di eguagliare i
numeri dell’anno precedente, quando furono consegnati 20.095 permessi di
soggiorno e lavorate 21.499 pratiche, circa un migliaio in più rispetto agli
anni 2016 e 2015. L’aumento dei numeri e conseguentemente
del carico di lavoro, dal 2016 in poi, si spiega agevolmente laddove si consideri
che dalla seconda metà del 2016, tutti i minori devono essere muniti di un
proprio permesso di soggiorno, quando in precedenza ciò era previsto soltanto
per i minori con più di 14 anni, mentre i minori degli anni quattordici erano
“registrati” sul permesso del genitore. Tra le tipologie di permesso di
soggiorno più diffuse vi sono innanzitutto i permessi per lavoro, sia
subordinato che autonomo, quelli per motivi di famiglia, che consentono
comunque l’accesso al mondo del lavoro (si pensi ai familiari di cittadini
italiani o stranieri che giungono in Italia per ricongiungimento familiare), e
quelli per motivi di studio, per coloro che frequentano facoltà ovvero master
universitari presso le università della provincia. Anche gli sportivi stranieri devono
essere muniti del loro permesso di soggiorno, quello appunto per lo svolgimento
di attività sportiva: si pensi ai giocatori di basket, ai calciatori, ma anche
a coloro che per un periodo di allenamento semestrale ovvero annuale intendono
entrare in Italia (è il caso dei ciclisti). Vi sono poi le autorizzazioni
rilasciate dall’Ufficio Immigrazione per le gite scolastiche all’estero. Nel
2017, ne sono state rilasciate 35 per un totale di oltre 300 studenti minori, i
quali per recarsi all’estero (anche in Paesi Schengen), accompagnati da
personale scolastico, devono essere muniti di apposita autorizzazione, un po’
come accade per le dichiarazione di accompagno rilasciate dall’Ufficio
Passaporti. Nell’anno in corso ne sono state invece
rilasciate 15, per un totale di oltre120 studenti. Particolare rilievo meritano
anche i provvedimenti di rifiuto e revoca dei permessi di soggiorno, emessi dal
Questore nel caso in cui gli stranieri non soddisfino i requisiti previsti
dalla legge per ottenere il permesso di soggiorno, ovvero li perdano
successivamente (si pensi al contratto di lavoro, al requisito reddituale, alla
commissione di reati cosiddetti ostativi). Nell’anno in corso, ad oggi, sono stati
adottati 88 provvedimenti di rifiuto e revoca, a fronte dei 119 del 2017 e dei
130 del 2016.
Infine, un cenno alla modalità di lavorazione delle pratiche,
moderna ed efficace. Difatti, dall’acquisizione delle istanze presentate presso
gli Uffici Postali abilitati mediante gli appositi kit, fino all’archiviazione
e fascicolazione delle stesse, tutto viene svolto in maniera digitale, con un
metodo di lavoro che nel lungo periodo consentirà di eliminare quasi
completamente il materiale cartaceo e lavorare esclusivamente “online”.