Lo scudo crociato divide l’UDC e la vecchia DC
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- 26 gennaio 2018 Istituzioni Partiti politici centro-destra
Continua la disputa nei tribunali tra gli iscritti alla Democrazia Cristiana dell’ultimo anno di tesseramento che è il 1993 e coloro che vorrebbero riproporre il vecchio simbolo nell’arena politica attuale. La sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2010 recitava che
“la Dc non è mai stata giuridicamente sciolta” e questo aveva portato alcuni iscritti allo scudo crociato nel 1992 a riaprire nel 2012 il tesseramento. Successivamente con...
Continua la disputa nei tribunali tra gli iscritti alla Democrazia Cristiana dell’ultimo anno di tesseramento che è il 1993 e coloro che vorrebbero riproporre il vecchio simbolo nell’arena politica attuale. La sentenza della Cassazione n.25999 del 23.12.2010 recitava che
“la Dc non è mai stata giuridicamente sciolta” e questo aveva portato alcuni iscritti allo scudo crociato nel 1992 a riaprire nel 2012 il tesseramento. Successivamente con il decreto n. 7756/2016 il giudice del tribunale di Roma (Terza Sezione civile) Guido Romano, in data 13 dicembre 2016, accogliendo la richiesta di convocazione degli amici
Luciani, Alessi, Grassi, Gubert e D’Agrò, a nome di oltre il 10% de soci Dc che nel 2012 rinnovarono l’iscrizione al partito, ha disposto:
”
la convocazione dell’assemblea nazionale degli associati all’associazione non riconosciuta “ Democrazia Cristiana” presso la Sala Leptis Magna dell’Hotel Ergife di Roma ( Via Aurelia, n.619) per il giorno 25 Febbraio 2017 ore 21.00 in prima convocazione e per il giorno 26 Febbraio 2017 ore 10.00 in seconda convocazione per deliberare sul seguente ordine del giorno:
a) nomina del presidente pro tempore della riunione e del segretario verbalizzante
b) nomina del presidente dell’associazione
c) varie ed eventuali“. E, a tal fine, ha designato “
il ricorrente Sig.
Nino Luciani
a presiedere detta assemblea e ad eseguire tutte le formalità necessarie conseguenti alla disposta convocazione”. In quest’ambito si inserisce la precisazione di Sandro vecchi che riceviamo e pubblichiamo:
Nino Luciani sinteticamente e, direi, efficacemente ha commentato la disputa in ordine all'uso del simbolo dello scudocrociato - Democrazia Cristiana - tra UDC e DC.
In qualità di persona molto informata dei fatti, vorrei avere la possibilità di informare Nino Luciani sul "vero" e definitivo ricorso (ex art. 700) che verrà discusso in udienza presso il Tribunale Civile di Roma il prossimo 14 febbraio.
I ricorrenti sono gli unici legittimi eredi della Democrazia Cristiana, appunto mai sciolta, che si stanno organizzando e presentare presso tutte la sedi le loro osservazioni.
Stiamo parlando degli iscritti ( documentati ) alla DC dell'anno 1993, l'ultimo anno di tesseramento alla DC, e tra costoro il sottoscritto, che già hanno ottenuto sentenze favorevoli contro Fontana circa l'uso del simbolo dello scudocrociato e che stanno continuando l'azione inibitoria anche contro la UDC di Lorenzo Cesa & C. Il Fontana per le sue rivendicazioni, ha utilizzato elenchi degli iscritti del 1992, già giudicati non idonei allo scopo, non si capisce, quindi, come possa continuare in questa direzione e come possa fare ricorso (Lui) alla decisione del Ministero degli interni in ordine all'uso del simbolo dello scudocrociato. A disposizione per eventuali chiarimenti, i miei
cordiali saluti,
ing. Sandro Vecchi Roma 27 gennaio 2018 la Redazione