Convenzioni di Ginevra di cosa si tratta e cosa possiamo fare

Convenzioni di Ginevra di cosa si tratta e cosa possiamo fare, l'Africa si muova e risolva. La 
Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra fu firmata a  Ginevra il 12 agosto  1949. Insieme ad altri tre trattati, che costituiscono il 
Diritto di Ginevra, è l'esito di una Conferenza Diplomatica svoltasi nella città svizzera dal 21 aprile al 12 agosto 1949 Il 12 agosto 1949 furono adotta...

Convenzioni di Ginevra di cosa si tratta e cosa possiamo fare, l'Africa si muova e risolva. La  Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra fu firmata a  Ginevra il 12 agosto  1949. Insieme ad altri tre trattati, che costituiscono il  Diritto di Ginevra, è l'esito di una Conferenza Diplomatica svoltasi nella città svizzera dal 21 aprile al 12 agosto 1949 Il 12 agosto 1949 furono adottate quattro convenzioni, destinate a sostituire tutto il corpo giuridico preesistente in materia: I Convenzione per il miglioramento delle condizioni dei feriti e dei malati delle Forze armate in campagna, Ginevra, 12 agosto 1949 II Convenzione per il miglioramento delle condizioni dei feriti, dei malati e dei naufraghi delle Forze armate sul mare, Ginevra, 12 agosto 1949 III Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, Ginevra, 12 agosto 1949 IV Convenzione sulla protezione delle persone civili in tempo di guerra, Ginevra, 12 agosto 1949 Se ne parla spesso delle Convenzioni di Ginevra, per cui entriamo nel capire per capire a chi si rivolgono e chi interessano. Dopo l'ultima del 1949 ci sono:  
  • La convenzione stabilisce anche quali persone non si qualificano come rifugiati, ad esempio i criminali di guerra
Esaminiamo chi sono i rifugiati. L'articolo 1 della Convenzione, come modificata dal protocollo del 1967, stabilisce la seguente definizione di rifugiato:
"Chiunque nel giustificato timore d'essere perseguitato per ragioni di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un determinato gruppo sociale o per opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato; oppure chiunque, essendo apolide e trovandosi fuori dei suo Stato di domicilio in seguito a tali avvenimenti, non può o, per il timore sopra indicato, non vuole ritornarvi.
e da segnalare pure: " Gli Stati Contraenti non prenderanno sanzioni penali, a motivo della loro entrata o del loro soggiorno illegali, contro i rifugiati che giungono direttamente da un territorio in cui la loro vita o la loro libertà erano minacciate nel senso dell'articolo 1, per quanto si presentino senza indugio alle autorità e giustifichino con motivi validi la loro entrata o il loro soggiorno irregolari ". Visto che i problemi principali parlando dei rifugiati, si riferiscono all'Africa p stata creata una Convenzione sugli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa del 1969 approvata dall' Organizzazione dell'unità africana (ora  Unione Africana)  Nella sessione straordinaria del  1999 a  Sirte, in  Libia, (luogo di nascita del Leader libico  Muammar Gheddafi promotore dell'organizzazione, anche con cospicui capitali) l'Organizzazione decise la nascita della nuova Unione con un tema fondamentale: - la capacità dell'Unione di intervenire in conflitti interni agli stati in situazioni quali  genocidiocrimini di guerra e  crimini contro l'umanità, secondo quanto stabilito dall'articolo 4H dell'Atto costitutivo. In questo articolo sono citati tutti i principi a cui si ispira l'Unione africana ed è degna di nota la presenza del riferimento al rispetto per i  principi democratici, i  diritti umani, le regole della  legge e del  governo, in quanto l' Organizzazione dell'unità africana taceva su questi temi. La materia è complessa per i risvolti politici,economici e giuridici ma alcune semplici considerazioni vanno fatte senza perdersi nel "mare magnum". Il problema dei rifugiati africani nasce evidentemente in Africa e a giudicare dai tanti incontri, trattati e accordi, la strada è molto lunga e le responsabilità principali risiedono nella mancanza di sanzioni precise, minuziose  ma anche pratiche. La mancanza di diritti umani le guerre, la povertà e l'esodo continuo di milioni di persone verso l'Europa dipende proprio dai governanti africani che non trovano un accordo serio tra loro e questo provoca lo spostamento verso l'Europa ed è quindi in Africa che bisogna intervenire con sanzioni e leggi internazionali appropriate. Una volta giunti in Europa tramite l'Italia i richiedenti asilo perchè solo di loro si tratta, è previsto che  si presentino senza indugio alle autorità e giustifichino con motivi validi la loro entrata o il loro soggiorno irregolari ". Cosa che non succede perchè cercano di scappare appena possono ed arrivano senza documenti. Se si è in buona fede bisogna presentarsi alle autorità documentando il proprio status per ottenere il riconoscimento previsto dalle regole internazionali degli stati che hanno aderito a tali regole ( tra cui l'Italia). "Gli Stati Contraenti non prenderanno sanzioni penali" se sono in grado di stabilire chi sono queste persone e per farlo occorre la loro volontà oltre gli accordi internazionali. Succede invece che in Africa gli stati non si accordano aiutandosi reciprocamente, e i disperati mandano i loro figli anche minorenni su imbarcazioni pericolose per la loro incolumità sperando nel miracolo europeo. Una situazione pericolosa sotto tanti aspetti dal punto di vista economico ma anche sanitario, per la gestione di centinaia di milioni di persone che potrebbe cercare di arrivare con ogni mezzo e via pur di scappare. La soluzione non è semplice ma di sicuro l'Italia deve smetterla di chiedere soldi per gestire l'ingestibile, devono intervenire gli organismi internazionali preposti  UNHCR e Nazioni Unite ma in tempi brevi e con forza prima che la tragedia assuma proporzioni inimmaginabili per umanità verso chi soffre ma anche per costringere in tutti i modi gli africani a trovare una soluzione al problema del loro continente. E gli stati invece di accordarsi sui principi sacrosanti sulla carta, come il diritto del rifugiato:  stabilito nell'articolo 33 della Convenzione:
" Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche"
Quindi delle due l'una, o siamo in grado di accogliere centinaia di milioni di persone in Europa in una maniera civile oppure interveniamo con decisione sull'Africa. I principi sono sacrosanti ma devono essere logici: se voglio far passare un mare all'interno di un tubo di plastica per irrigazione si capisce come va a finire. La responsabilità è di coloro che mandiamo ai tavoli internazionali e scrivono, scrivono, scrivono senza che ci sia possibilità concreta di attuazione mentre la popolazione soffre e subisce, chi per la guerra di pochi avidi, chi non ce la può fare ad accogliere la parte di un continente in fuga. Giuseppe Criseo Varese Press