Tiziano Busca: «Siamo la Massoneria dei fatti, non delle parole»
Nella foto: Tiziano Busca, Mauro Cascio, Gustavo Raffi, Aldo Masullo, Alessandro Cecchi Paone, Gigi Decollanz
Vittorio Sgarbi ha detto tempo
fa che la Massoneria magari non lo sa, ma ha un ruolo importante che è quello
di farsi carico delle macerie ideologiche che ci sta lasciando l’epoca in cui
viviamo. Una testata giornalistica appena ieri ci spronava a esserci, in modo
provocatorio, grottesco, surreale. A sbattere il pugno sul tavolo del dibattito
politico e culturale. Sul piano delle partite e delle sfide la Massoneria in
generale, e quella del Rito di York in particolare, uno dei Riti del Grande
Oriente d’Italia e il più antico e diffuso al mondo, c’è. Intanto perché
portatrice sana di un doloroso paradosso, che è quello che già segnalava
Gianmaria Cazzaniga nella sua opera La religione dei moderni. Che cioè, piaccia
o no, ai suoi detrattori, la Massoneria ha già vinto. Gran parte dei suoi
valori etici e pre-ideologi (là dove si intenda la politica come sostanza
etica) oggi sono concretamente idealizzati nella modernità, il paradosso
consiste nel fatto che la modernità non sempre lo sa, perché i suoi nemici hanno
spesso depistato, confuso, infangato prestiti e memorie. Ma l’Italia ha debiti
enormi con la Massoneria, il Risorgimento è stata la culla di una realtà che
poi si è consegnata alla storia. In un libro in uscita a ottobre, che si
intitola significativamente ‘La Massoneria parla all’uomo’, cerco di ricordare
quali idee, quali libri, quali intelligenze hanno nutrito lo Spirito
dell’epoca. Si tratta di capire se quelle idee, idee d’eccellenza della crema
del nostro panorama culturale e politico, siano ancora attuali. Si tratta di
vedere, vero, se la Massoneria abbia ancora un ruolo propulsivo, oppure no,
oppure sia destinata ad essere un Museo che ogni tanto fa volontariato, giusto
per far vedere che si è impegnati in una qualche attività.
Le recenti chiacchierate con
Paolo Mieli, con Ernesto Galli della Loggia, con Alessandro Giuli, con
Giancarlo Loquenzi e Piergiorgio Odifreddi ci riconsegnano una cosa che
sapevamo già: che di speranza c’è bisogno e, come ci ha ricordato Daniele
Capezzone, la Massoneria non merita il trattamento che alcuni ambienti
politici, non riducibili ai 5S, le stanno riservando. Quindi: la Massoneria è
ancora attuale? Ha qualcosa da dire? Noi riteniamo, beninteso, di sì. È il
laboratorio unico, anzi, la chiesa del dialogo e del confronto. E lo York ha
interpretato a fatti, con a parole, a proclami, a manifesti programmatici. Lo
York ha fatto prassi non teoria. Noi siamo stati all’Università di Oxford, a
dire che di arte bellezza ha bisogno il mondo, e lo abbiamo fatto in occasione
della pubblicazione di un saggio di Robin Collingwood proposto per la prima
volta in Italiano, lo abbiamo fatto confrontandoci con una selezione
qualificata del mondo accademico inglese. Ci siamo confrontati tutte le
settimane con simposi filosofici sui temi massonici, sia quelli sapienziali,
sia quelli ideologici con accademici, giornalisti, scrittori. Abbiamo percorso
in lungo e in largo l’Italia con seminari, convegni, aprendo spesso al
pubblico, coinvolgendo centinaia di persone, spiegando loro chi siamo. Abbiamo
fatto decine di libri, che abbiamo presentato in diverse occasioni, anche in
tre edizioni del Salone del Libro di Torino. Basta scorrere il nostro Blog per
avere traccia completa delle attività. Agli altri lasciamo le parole. Noi ci
siamo dedicati solo ai fatti.
Abbiamo parlato della dignità
dell’uomo, perché questa è la sponda che ci interessa, perché questo è il
terreno di dialogo con la cultura. Ci siamo chiesti se l’economia, quella
selvaggia della finanza e dei mercati, non la calpestasse. Ne abbiamo parlato
con Giancarlo Elia Valori, con Diego Fusaro, con Marco Taradash. Noi siamo qui,
e siamo qui per durare, siamo qui per restare. I pugni li stiamo sbattendo da
tempo. Ma per esistere ed essere noi stessi, questo va detto, non dobbiamo
chiedere il permesso a nessuno.
Né va dimenticato il grande
lavoro, rituale, fatto ogni settimana all'interno dei Capitoli, dei Concili,
delle Commende. In Italia e all'estero. Perché il Rito di York non è
chiacchiera, ma è soprattutto occasione di crescita iniziatica per tutti coloro
che lo frequentano. A questo servono le tornate di approfondimento iniziatico
(cabalistico e alchemico) a cura di studiosi di primissimo piano: Mauro Cascio,
Federico Pignatelli, Enzo Heffler, Massimo Agostini, Nuccio Puglisi...