Regione Lombardia, una mostra contro la violenza di genere durante la settimana della moda: «Nessuno può fingere di non vedere»
Giulio Gallera: «Questa mostra, attraverso la sensibilità della sua ideatrice, darà un contributo concreto a fermare un fenomeno odioso quale quello della violenza sulle donne»
Storie di donne. Donne a perdere. Storie che si leggono in cronaca, ogni giorno. Un’occhiata veloce, cinquanta righe di testo. Poi giri pagina e avanti un’altra storia. Dimenticando in fretta. Solo che sono storie di donne vere, donne fatte di carne, sangue, sogni, fantasie e dolore. Donne da buttare. Donne che sono madri, sorelle, figlie. Donne da non dimenticare. Piccole storie di fantasia, queste, ma che si snodano nella realtà da cui escono sempre diverse, sempre uguali, ogni giorno, in ogni dove. Raccontate da penne distratte, abituate all’orrore, e lette da occhi altrettanto distratti che le trasformano in “storie da giornali”. Ma i sogni, le paure e le emozioni che fine fanno? Che fine fa ogni singola vita spezzata? Donne da buttare, che sono donne vere, esseri viventi, unici, preziosi e irripetibili come ogni singola vita. Storie. Ma quante storie abbiamo dimenticato? Storie con un filo comune, quello che trasforma la donna
in vittima sacrificale, in bersaglio da colpire, segnare, distruggere. Direttamente o attraverso quanto ha di più caro. Minando la fiducia e il rispetto di se stesse, costruendo gabbie che sembrano dorate. Storie di una cultura diffusa e nascosta che si insinua nel profondo per giustificare un destino considerato ineluttabile, che disegna la donna colpevole perché incapace di incarnare il modello prefissato, che si nasconde nella banalità della quotidianità e si rivela in un solo, terribile, istante. Storie piccole, tremende nella loro “normalità”, racconti di ogni dove e di ogni tempo. Storie che urlano chiedendo di essere ascoltate e trasformate in monito.
La mostra denuncia, “Donne a perdere. Piccole storie di ordinaria quotidianità", realizzata in collaborazione con Regione Lombardia, allestita presso lo Spazio N3 a Palazzo Lombardia dal 18 al 30 settembre 2018, racconta il quotidiano martirio di alcune donne vittime di violenza. Quindici opere di Carla Bruschi accompagnate da altrettanti racconti della giornalista Barbara Sanaldi.
«L’artista Carla Bruschi –spiega Giulio Gallera Assessore al Welfare di Regione Lombardia - attraverso le opere raccolte nella mostra “Donne a perdere, piccole storie di ordinaria quotidianità”, racconta con coraggio e sapiente maestria il dolore e il martirio di alcune donne vittime di violenza. Con queste opere, Carla Bruschi, attraverso lo strumento dell’arte e della bellezza è riuscita, ancora una volta, ad affrontare nella giusta misura un tema forte come quello della violenza sulle donne e a trasmettere un messaggio di denuncia di grande rilevanza sociale, dando prova della sua grande capacità di unire l’impegno civile e sociale alle sue doti di artista. Una capacità che in queste opere è riuscita a sublimare. Quindici opere, accompagnate da altrettanti racconti di Barbara Sanaldi, che attraverso un linguaggio
moderno e diretto denunciano l’orrore della violenza e che amplificando l’impatto emotivo mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema tanto delicato. In Lombardia, per fortuna, le donne che hanno la forza di denunciare e che si rivolgono alla rete dei nostri centri antiviolenza sono sempre di più. Nel 2017 sono stati circa 6000, oltre 1500 in più rispetto al 2015, un dato che dimostra una maggiore fiducia nella professionalità dei centri lombardi, ma anche di una rete ampiamente diffusa sul nostro territorio. Sono certo che anche questa mostra, attraverso la sensibilità della sua ideatrice, darà un contributo concreto a fermare un fenomeno odioso quale quello della violenza sulle donne».
L’esposizione, a cura di Carla Bruschi e Barbara Sanaldi in collaborazione con Regione Lombardia si tiene a Milano, Palazzo Lombardia, visibile da tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 fino alla fine del mese di settembre. Vernissage con ospiti e personalità martedì 18 settembre alle ore 19.
Informazioni press@carnevalebonino.it
Tel.339.28.00.846
in vittima sacrificale, in bersaglio da colpire, segnare, distruggere. Direttamente o attraverso quanto ha di più caro. Minando la fiducia e il rispetto di se stesse, costruendo gabbie che sembrano dorate. Storie di una cultura diffusa e nascosta che si insinua nel profondo per giustificare un destino considerato ineluttabile, che disegna la donna colpevole perché incapace di incarnare il modello prefissato, che si nasconde nella banalità della quotidianità e si rivela in un solo, terribile, istante. Storie piccole, tremende nella loro “normalità”, racconti di ogni dove e di ogni tempo. Storie che urlano chiedendo di essere ascoltate e trasformate in monito.
La mostra denuncia, “Donne a perdere. Piccole storie di ordinaria quotidianità", realizzata in collaborazione con Regione Lombardia, allestita presso lo Spazio N3 a Palazzo Lombardia dal 18 al 30 settembre 2018, racconta il quotidiano martirio di alcune donne vittime di violenza. Quindici opere di Carla Bruschi accompagnate da altrettanti racconti della giornalista Barbara Sanaldi.
«L’artista Carla Bruschi –spiega Giulio Gallera Assessore al Welfare di Regione Lombardia - attraverso le opere raccolte nella mostra “Donne a perdere, piccole storie di ordinaria quotidianità”, racconta con coraggio e sapiente maestria il dolore e il martirio di alcune donne vittime di violenza. Con queste opere, Carla Bruschi, attraverso lo strumento dell’arte e della bellezza è riuscita, ancora una volta, ad affrontare nella giusta misura un tema forte come quello della violenza sulle donne e a trasmettere un messaggio di denuncia di grande rilevanza sociale, dando prova della sua grande capacità di unire l’impegno civile e sociale alle sue doti di artista. Una capacità che in queste opere è riuscita a sublimare. Quindici opere, accompagnate da altrettanti racconti di Barbara Sanaldi, che attraverso un linguaggio
moderno e diretto denunciano l’orrore della violenza e che amplificando l’impatto emotivo mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema tanto delicato. In Lombardia, per fortuna, le donne che hanno la forza di denunciare e che si rivolgono alla rete dei nostri centri antiviolenza sono sempre di più. Nel 2017 sono stati circa 6000, oltre 1500 in più rispetto al 2015, un dato che dimostra una maggiore fiducia nella professionalità dei centri lombardi, ma anche di una rete ampiamente diffusa sul nostro territorio. Sono certo che anche questa mostra, attraverso la sensibilità della sua ideatrice, darà un contributo concreto a fermare un fenomeno odioso quale quello della violenza sulle donne».
L’esposizione, a cura di Carla Bruschi e Barbara Sanaldi in collaborazione con Regione Lombardia si tiene a Milano, Palazzo Lombardia, visibile da tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 fino alla fine del mese di settembre. Vernissage con ospiti e personalità martedì 18 settembre alle ore 19.
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