parità di salario tra uomo e donna con l’inizio del 2018 in Islanda
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- 03 gennaio 2018 Cultura Diritti civili
Parità di salario tra uomo e donna con l’inizio del 2018 in Islanda e da inizio anno iniziano i controlli nelle aziende con più di 25 dipendenti è il primo paese al mondo ad obbligare per legge la parità di stipendio tra uomo e donna e con l’inizio del nuovo anno tutte le aziende pubbliche e private con più di 25 dipendenti dovranno dimostrare che le dipendenti sono pagate alla pari dei colleghi maschi altrimenti verranno penalizzate con un’ammenda. L’isola, posta tra la Groe...
Parità di salario tra uomo e donna con l’inizio del 2018 in Islanda e da inizio anno iniziano i controlli nelle aziende con più di 25 dipendenti
è il primo paese al mondo ad obbligare per legge la parità di stipendio tra uomo e donna e con l’inizio del nuovo anno tutte le aziende pubbliche e private con più di 25 dipendenti dovranno dimostrare che le dipendenti sono pagate alla pari dei colleghi maschi altrimenti verranno penalizzate con un’ammenda. L’isola, posta tra la Groenlandia e la Gran Bretagna, ha circa 332 mila abitanti è famosa per i vulcani e per il ghiaccio perenne ed è stata sempre in prima fila nella promozione dell’uguaglianza tra uomo e donna; negli ultimi 9 anni è stata al primo posto della lista dei paesi più avanti nella parità di genere stilata dal World Economic Forum. La norma è stata varate nella primavera scorsa e, dopo un congruo periodo concesso alle aziende per adeguarsi, con l’inizio del nuovo anno iniziano i controlli e le certificazioni per l’attuazione. Sia nel settore pubblico che nelle aziende private sono previsti controlli severissimi da parte della Lögreglan, della polizia locale, di quella tributaria e del cosiddetto «Squadrone vichingo», un reparto scelto. Le donne islandesi guadagnavano mediamente il 14/20% in meno rispetto agli uomini, ma è un paese che ha già ottenuto grandi successi sulla parità di genere infatti metà delle ministre sono donne e l’80% delle donne lavora. Le leggi approvate come quelle relative all’aspettativa in maternità, contro la violenza sulle donne o sulle quote hanno fatto fare al Paese enormi passi in avanti. Il paese scandinavo è stato anche il primo al mondo (nel 1980) ad avere una donna, Vigdis Finnbogadottir, capo dello stato e la presenza femminile è molto diffusa sia nel mondo accademico che nella cultura e nella politica. Non è stato comunque facile convincere il parlamento di Reykjavik a imporre la fine della discriminazione retributiva di genere, c'era voluta una grande manifestazione pubblica nell’ottobre 2016 nella quale migliaia di donne (ma anche uomini) in sciopero chiesero al potere legislativo di intervenire. Reykjavik 02 gennaio 2018 Fabrizio Sbardella