TV, IL COISP NELLA POLEMICA SULLA FICTION DI RAI DUE

COMUNICATO STAMPA DEL 15 NOVEMBRE 2016 Oggetto:
TV, IL COISP NELLA POLEMICA SULLA FICTION DI RAI DUE:    “CERTI SINDACATI NON PERDONO OCCASIONE PER MOSTRARE   LA LORO LINEA ‘MORBIDA’ IN TEMA DI STUPEFACENTI… È FORTE   LA NECESSITÀ DI COMPIACERE L’ESECUTIVO…”
                               

COMUNICATO STAMPA DEL 15 NOVEMBRE 2016 Oggetto: TV, IL COISP NELLA POLEMICA SULLA FICTION DI RAI DUE:    “CERTI SINDACATI NON PERDONO OCCASIONE PER MOSTRARE   LA LORO LINEA ‘MORBIDA’ IN TEMA DI STUPEFACENTI… È FORTE   LA NECESSITÀ DI COMPIACERE L’ESECUTIVO…”                                 “Dobbiamo prendere atto che certi colleghi Sindacalisti non perdono occasione per intervenire pubblicamente, in maniera più o meno diretta, a dare dimostrazione della loro linea evidentemente alquanto ‘morbida’ in tema di stupefacenti! Prima Felice Romano si esprime addirittura a favore                      della legalizzazione della cannabis, adesso Daniele Tissone difende l’immagine di un Poliziotto                       che fa uso di droghe e che compie allegramente svariati reati, che ci viene propinata dalla Televisione pubblica, nascondendosi dietro al ridicolo paravento del non voler censurare la libertà artistica…                  Davvero l’impronta derivante da un concreto orientamento nonché la volontà di mostrarsi a dir poco compiacenti verso questo Esecutivo è così forte ed impellente…”. Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna a intervenire    nel dibattito nato a seguito della messa in onda della fiction che ha per protagonista il Poliziotto               “Rocco Schiavone” contestando, questa volta, le dichiarazioni del Segretario Generale del Silp Cgil,       Daniele Tissone, il quale ha a sua volta attaccato i principali contestatori del telefilm affermando,                      fra l’altro: “I vari Gasparri Giovanardi ed altri si preoccupano adesso di una fiction nella quale                               un 'poliziotto attore rappresenterebbe un modello sbagliato di poliziotto' dimenticano le proprie responsabilità politiche che hanno portato alla grave debilitazione oggi in atto del mondo reale                            degli addetti alla sicurezza”. “Che i disastri nel Comparto Sicurezza siano opera indistintamente dei Governi di Destra e Sinistra                   che si sono succeduti come minimo nell’ultimo decennio è cosa ben nota - aggiunge Maccari -,                         ma molto meno noto è il fatto che sia stato indistinto ed ugualmente forte l’impegno nella denuncia a favore dei diritti dei Poliziotti di alcuni colleghi quando si sono trovati di fronte interlocutori appartenenti                     ai diversi schieramenti. Quella di oggi è l’ennesima conferma di quanto sosteniamo, anzitutto perché ancora nessun  merito concreto si può ascrivere a questo Esecutivo da cui attendiamo iniziative reali                       e non più slogan o mere bugie propagandistiche che addirittura vengono fatte apparire come favori ma,               in realtà, sono spesso beffe travestite da inesistenti miglioramenti. E poi perché nulla ha a che fare                   la disastrosa condizione in cui opera il Comparto con l’inaccettabile immagine di un Poliziotto patetico                  e completamente abbandonato alle proprie arroganti pretese che il dolore, o le sue difficoltà personali,                    o le sue debolezze, o anche solo il suo brutto carattere legittimino da parte sua un comportamento completamente fuori dalle regole. Voler presentare quella triste parodia di una sottospecie inesistente                 di Poliziotto addirittura come un eroe positivo perché pur di risolvere i suoi casi utilizza qualsiasi mezzo                è un abominio ed un abuso dell’immagine dei Poliziotti italiani, che sono persone serie che si sudano              fra mille sacrifici i quattro soldi che ci vengono dati come elemosina e che, nonostante le loro normali debolezze di esseri umani, fanno di tutto per rimanere fedeli ai propri doveri ed all’onere e all’onore               di vestire la Divisa”.