COISP NO ALLA POLIZIA COME BERSAGLIO

COMUNICATO STAMPA DEL 06 MARZO 2017 Oggetto:
San Severo, il Coisp dopo gli spari alle auto della Polizia e l’invio di nuove forze: “Ogni sfida allo Stato, in qualunque contesto, ci vede come bersagli. Servono rinforzi ma soprattutto costante severità”   “Esprimiamo viva preoccupazione per quanto accaduto a San Severo, dove l’ennesima sfida allo Stato si è tradotta nel consueto attacco agli uomini in divisa. Accade, del resto, continuamente in ogni angolo   de...

COMUNICATO STAMPA DEL 06 MARZO 2017 Oggetto: San Severo, il Coisp dopo gli spari alle auto della Polizia e l’invio di nuove forze: “Ogni sfida allo Stato, in qualunque contesto, ci vede come bersagli. Servono rinforzi ma soprattutto costante severità”   “Esprimiamo viva preoccupazione per quanto accaduto a San Severo, dove l’ennesima sfida allo Stato si è tradotta nel consueto attacco agli uomini in divisa. Accade, del resto, continuamente in ogni angolo   del Paese. Siamo ormai tristemente consci di portare un bersaglio addosso, e sappiamo di dover fare i conti con ritorsioni, vendette, odio e insofferenza che si manifesta nei modi e nei contesti più vari. Esprimiamo, allo stesso tempo, soddisfazione per la pronta risposta del Ministro che nel caso di San  Severo non ha esitato a rispondere con i fatti per dimostrare la superiorità dello Stato. Ma si può dire lo stesso    per l’intero sistema Paese? Purtroppo la risposta è no. Mezzi, risorse, rinforzi e investimenti per il Comparto sono assolutamente fondamentali, ma serve anche ritrovare la necessaria fermezza nella risposta a chi sfida la legge, le regole, lo Stato e quindi soprattutto noi che lo rappresentiamo. Certezza della pena e severità nella reazione ad atteggiamenti che manifestano la convinzione di poter trovare sempre e comunque giustificazioni e legittimazioni a calpestare le norme e ad infierire su di noi sono altrettanto indispensabili di un giubbotto antiproiettile, perché ci proteggono dal messaggio pericolosissimo che aggredire un tutore della legge, tutto sommato ed in vari casi, si può”. Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo il grave episodio avvenuto a San Severo, nel Foggiano, dove diversi colpi di arma da fuoco sono stati sparati nella notte tra sabato e domenica contro automezzi della polizia del Reparto Mobile che da alcuni giorni sono in città       per un controllo rafforzato del territorio disposto in seguito a numerosi episodi di criminalità verificatisi      negli ultimi tempi. Un fatto gravissimo cui il Viminale ha risposto con l’immediato invio di ulteriori rinforzi,  90 unità delle Forze di Polizia per esigenze di ordine pubblico e controllo del territorio e 5 equipaggi dei reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato e delle Compagnie di intervento operativo dell’Arma di Carabinieri. “Nelle stesse ore – aggiunge Maccari – dall’altra parte dell’Italia, il giudice di Bologna riteneva non sufficientemente grave il comportamento dei ‘giovani bravi ragazzi’ che ad ottobre hanno dato vita     a violenti scontri con la Polizia in piazza Puntoni durante le cosiddette proteste per avere la mensa gratis all’università. Per loro niente arresti richiesti dalla Procura, negati dal Giudice che ha sottolineato ‘ la giovane età degli indagati, il loro stato di formale incensuratezza, le modalità e le finalità entro le quali sono state poste in essere le condotte’ ritenendo ‘che possa essere ipotizzato un efficace effetto dissuasivo (...) mediante  un provvedimento che (...) ponga i soggetti indagati in contatto stabile con la polizia giudiziaria’.                         No, nessun parallelismo fra chi manifesta per l’università e chi spara contro i mezzi anticrimine.                       Ma una domanda è lecita: che differenza c’è nei due casi di cronaca rispetto all’idea che sta alla base dell’aggressione alle Forze dell’Ordine, e cioè che il proprio interesse, le proprie ragioni, le proprie necessità,  le proprie esigenze, o anche solo la propria volontà di dimostrarsi più forti delle regole dettate dalle Istituzioni giustifichino l’uso della violenza contro chi porta la divisa? Si può scegliere quali regole siano valide  e quali no? Si può scegliere se e quando seguire la legge e quando no? Decidere quando aggredire un Polizotto sia grave e quando no è davvero così scontato?”.