Sgominato caporalato vicino al centro di accoglienza ad Amantea (CS)

Sgominato caporalato vicino al centro di accoglienza ad , operazione contro lo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza I carabinieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un’operazione contro lo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza con l’esecuzione di 2 misure cautelari agli arresti domiciliari a carico di due fratelli di Amantea, di 48 e 41 anni, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari Tribunale di Paola, dott.ssa Ma...

Sgominato caporalato vicino al centro di accoglienza ad , operazione contro lo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza

I carabinieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un’operazione contro lo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza con l’esecuzione di 2 misure cautelari agli arresti domiciliari a carico di due fratelli di Amantea, di 48 e 41 anni, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari Tribunale di Paola, dott.ssa Maria Grazia Elia, su richiesta della locale Procura della Repubblica.[youtube https://www.youtube.com/watch?v=iDGadnrjj-8] Gli arrestati sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale. Il provvedimento prevede anche il sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili registrati di proprietà degli arrestati. Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Amantea, sono iniziate nel giugno scorso sotto la direzione del Sostituto Procuratore titolare del fascicolo, Dott.sa Anna Chiara Fasano e il coordinamento del Procuratore Capo della Repubblica di Paola, Dott. Pierpaolo Bruni. Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente provenienti dal Nigeria Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano solitamente prelevati in una parallela del Centro di Accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare presso l’azienda agricola dei due fratelli arrestati. I rifugiati africani si trovavano a lavorare nei campi assieme ad altri lavoratori in nero provenienti principalmente dalla Romania e dall’India, ma, incredibilmente, la paga variava in base al colore della pelle. In particolare, i “bianchi” avevano diritto a 10 euro in più degli africani, infatti i primi prendevano 35 euro al giorno, mentre i secondi venivano pagati solo 25, ovviamente tutto in nero. Le indagini hanno fatto emergere anche le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori in nero: dormivano in baracche, mangiavano a terra e erano sottoposti a stretta e severa sorveglianza da parte dei due fratelli arrestati. Amantea 22 settembre 2017 La Redazione