A Varese il comune vende gli immobili con un consulente esterno

A l'Amministrazione vuole consulente esterno per la vendita degli immobili.
“Ecco quelli che dovevano valorizzare le professionalità interne al Comune. Non bastavano i balzelli e i vari salassi inventati negli ultimi mesi, adesso la Giunta Galimberti si è messa in testa di vendere le proprietà comunali, con un colpo di scena degno della miglior Prima Repubblica. Dal cilindro del Sindaco Galimberti è saltato fuori un ‘advisor’, ovvero un p...

A l'Amministrazione vuole consulente esterno per la vendita degli immobili. “Ecco quelli che dovevano valorizzare le professionalità interne al Comune. Non bastavano i balzelli e i vari salassi inventati negli ultimi mesi, adesso la Giunta Galimberti si è messa in testa di vendere le proprietà comunali, con un colpo di scena degno della miglior Prima Repubblica. Dal cilindro del Sindaco Galimberti è saltato fuori un ‘advisor’, ovvero un professionista esterno, pagato con i soldi nostri per seguire passo a passo quest’operazione” commenta Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega al Pirellone. “Dalla stampa – spiega Emanuele Monti – abbiamo appreso l’intenzione dell’Amministrazione di centrosinistra, che purtroppo guida Varese, di mettere in vendita una serie di immobili appartenenti al Comune. Per farlo, evidentemente, non si avvarrà delle competenze presenti all’interno della macchina comunale, si affiderà invece alle sapienti mani un ‘esperto immobiliare’, per il cui lavoro sono previsti circa 50 mila euro. A questo punto mi chiedo: è davvero necessario ricorrere ad una figura esterna per un incarico di questo tipo? Per chi ha memoria corta vale la pena ricordare come Galimberti, durante la sua campagna elettorale, puntò molto sul contenimento dei costi, affermando in diverse occasioni di voler valorizzare le competenze interne. Parlare di incoerenza suona quasi come un eufemismo, se non fosse che ormai siamo abituati a queste sorprese, dato che la sua Giunta si comporta sistematicamente in maniera opposta rispetto alle promesse fatte. Ad ulteriore riprova di ciò ricordiamo bene una lettera che Galimberti scrisse nel 2015 ai dipendenti comunali, dove si rivolgeva ai lavoratori promettendo una loro maggiore valorizzazione, cosa che chiaramente non è avvenuta e non avverrà. Nel testo l’allora candidato del centrosinistra affermava: a differenza di quello che pensano alcuni, da conoscitore delle amministrazioni comunali, penso che quello di cui il Comune ha bisogno non sia una mera riduzione del numero dei dipendenti comunali, bensì una rivalutazione delle professionalità presenti all’interno della macchina comunale e di una decisa opera di rimotivazione’. Volendo ben vedere non c’è molto di cui stupirsi perché si tratta solo dell’ennesima prova di incoerenza, a partire dal famoso referendum sullo stipendio del Sindaco, del quale si è persa traccia. Fortunatamente però siamo certi che la consultazione sull’operato di Galimberti i varesini la faranno comunque – chiosa Emanuele Monti – con le urne del 4 marzo.”