Studio Ania, i veicoli non assicurati scendono a 2,8 milioni

Lo studio dell'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici evidenzia una media media nazionale del 6,3%, mentre al Sud sale al 10% e al Nord scende al 4,1%.

Nel 2017, secondo Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), i veicoli non assicurati circolanti sulle strade del Belpaese sono stati 2,8 milioni, pari al 6,3% del parco circolante, in leggera flessione rispetto al 2016 in cui erano 2,9 milioni di veicoli non assicurati, pari al 6,7% del totale.

Secondo l’Ania è «significativa» la differenza  del fenomeno di evasione dell’obbligo assicurativo a livello regionale. Se la media nazionale si attesta al 6,3%, al Sud sale al 10%, al Nord scende al 4,1% e nel Centro è pressoché in linea.

Ancor più forti le differenze all’interno delle tre macroaree. Al Nord, quasi tutte le regioni e i relativi capoluoghi mostrano un’incidenza di veicoli non assicurati simile o al di sotto della media nazionale (6,3%), nel Centro sono soprattutto il Lazio e Roma a presentare un’incidenza pari al doppio (rispettivamente al 9% e al 9,8%) di quella delle altre regioni della stessa area. Al Sud, invece, si passa da valori poco superiori alla media nazionale in regioni come la Basilicata, il Molise e la Sardegna, fino ad arrivare alla Calabria e, soprattutto, alla Campania dove l’incidenza di veicoli non assicurati è pari a oltre il doppio della media: a Napoli un veicolo su sei, ovvero il 17%, circola senza assicurazione, mentre a Reggio Calabria uno su sette (13,7%).

Anche se pochi automobilisti se ne sono accorti, secondo Ania e Ivass (l’Autorità di vigilanza del settore assicurativo) i premi di assicurazione del 2017 sarebbero in calo: per l’Autorità la riduzione sarebbe stata del 5% medio, mentre per l’Ania sarebbe di un più credibile 2,5%. Questo grazie alle minori truffe e al contenimento dei sinistri registrati. Nonostante la riduzione, i prezzi delle polizze in Italia rimangono tra i più cari a livello europeo: 78 euro di cui 40 euro dovuti al differenziale di imposta.

Anche se in calo, il numero delle frodi è ancora elevato: dopo tre anni di continua crescita (dal 2014 al 2016), nel 2017 è tornato, seppur lievemente, a diminuire arrivando al 22,4% (era il 23,5% nel 2016, il 21,4% nel 2015 e il 19,3% nel 2014) grazie, probabilmente alla diffusione sempre più ampia di strumenti telematici, come le scatole nere, che limitano la possibilità di frode da parte degli assicurati. A livello territoriale è il Nord a confermarsi l’area con meno sinistri a rischio frode, con una percentuale in calo dal 19,5% del 2016 al 18,2%, seguita dal Centro con un’incidenza in flessione dal 22,2% al 21% e dal Sud, dove quasi il 35% dei sinistri denunciati è risultato sospetto (in lieve calo rispetto al 35,4% del 2016). Secondo l’Ania il fenomeno delle frodi assicurative è strettamente correlato, a livello territoriale, con quello della circolazione dei veicoli non assicurati.

E con la diffusione della telematica, secondo l’Ania la nuova frontiera sarà quello di pagare per il reale utilizzo e stile di guida dell’auto, con l’obiettivo di premiare chi utilizza poco il veicolo o lo conduce in modo scrupoloso rispettando il Codice della strada.