Mangia sano, solo riso italiano

Come nasce la qualità dell'Autentico Carnaroli

Viene così descritto nel sito aziendale

La coltivazione

Circondato da una natura incontaminata e lontano da strade di passaggio, il territorio agricolo della Riserva San Massimo da vita a tre varietà di riso di altissima qualità: l’autentico Carnaroli, sia classico che integrale, il Rosa Marchetti e il Vialone Nano.

La coltivazione avviene esclusivamente all’interno della Riserva.

Il terreno che ospita l’Azienda Agricola San Massimo – un’ansa del fiume Ticino che nel corso degli anni ha modificato il suo percorso – si è rivelato di straordinaria fertilità. In tutta l’area si ritrova la presenza di un substrato torboso molto ricco, composto da resti vegetali e microorganismi che, a causa dell’acidità mantenuta dall’acqua, non si decompongono completamente, rendendolo così fecondo e consentendo di concimare poco i terreni, utilizzando ad integrazione, solo in alcuni casi, sostanze organiche (vinacce, sovesci e altre materie vegetali).

L’essenziale protezione della biodiversità e la salvaguardia delle colture tradizionali messe in atto all’interno della Riserva San Massimo sono testimonianza del rispetto delle misure conservative proposte dalle politiche agricole comunitarie, ma ancor prima della scelta impegnativa ma gratificante della famiglia Antonello – da decenni proprietaria della Riserva – che si è dedicata a tutelare la bellezza del luogo e sostenere le coltivazioni autoctone.
Il riso italiano sappiamo dove viene prodotto ed in quali condizioni nel rispetto delle leggi italiane e soggetto a controlli pressanti.
Quello che arriva da altri paesi lontani, viene prodotto come?
Non è un interrogativo da poco, anche se non è l'unico rischio a cui ci sottoponiamo.
C'è pure la possibilità che il riso importato venga confezionato in Italia e fatto passare per italiano.
Meglio il prodotto vicino.
Sulla vicenda riso, ricordiamo quanto dichiarato dal Min.Centinaio che attende delucidazione dalla UE:
“Attendiamo fiduciosi i risultati delle verifiche in corso da parte della Commissione europea a seguito dell’indagine anti dumping sul riso in arrivo da Birmania e Cambogia, avviata su richiesta dell’Italia e di altri Paesi europei produttori.
I risicoltori italiani non possono essere gli unici a pagare il prezzo di questo sostegno ai Paesi del Sud-est asiatico.
Per questo chiediamo che i dazi siano ripristinati al più presto.” Lo dichiara il Ministro all’agricoltura Gian Marco Centinaio presente in Lussemburgo a margine del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura della UE.