"L'inserimento di un numero chiuso per l'accesso degli alpinisti agli ultimi mille metri del Monte Bianco, sul versante francese, riapre un dibattito non nuovo sull'inserimento di vincoli e limiti per la fruizione di pezzi di territorio complessi, fragili e allo stesso tempo affascinanti, da tutelare e da proteggere. Uncem ha sempre sostenuto, in occasione in particolare della chiusura e delle limitazioni al traffico di passi alpini, che ogni distretto territoriale montano abbia la piena possibilità di individuare strumenti di incentivo alla fruizione del territorio, tramite politiche di marketing territoriale e incoming, ma allo stesso tempo, in una positiva condivisione, possa inserire nelle sue politiche delle limitazioni alle attività, alle tipologie di fruizione, all'accesso con mezzi motorizzati. Entrambe queste azioni, apparentemente opposte, possono trovare piena sintesi come avvenuto ad esempio nelle Dolomiti e in Via Lattea, dove sono nati numerosi progetti per la fruizione delle zone alpine con le biciclette, chiudendo al traffico veicolare alcune strade alcuni giorni la settimana. In altri contesti sono state individuate tariffe per il parcheggio dei veicoli, così da remunerare il servizio di pulizia dei rifiuti e per garantire un pieno decoro, da chiedere prima di tutto ai turisti. Ancora, vi sono Comuni che hanno inserito modeste tariffe per aree pic-nic gestite, garantendo integrità e piena conservazione ambientale della zona. Territori invece hanno bloccato strade in quota al traffico di auto a motore, inserendo navette e mezzi totalmente elettrici. Una cosa è certa:qualsiasi decisione per aree ad alto valore turistico e ambientale deve nascere dal dialogo e non dallo scontro, con gli Enti locali che guidano il processo con tutte le associazioni e i soggetti portatori di interesse. Le esperienze dimostrano che sviluppo e tutela sono anime congiunte inscindibili della sostenibilità".
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. |
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