Rilanciamo il centro storico. Arcisate muore.

Rilanciamo il centro storico. Basta davvero poco

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Ogni centro storico dovrebbe essere il fulcro del paese: curato, accogliente e commercialmente florido. Un luogo dove i cittadini di tutte le età possano incontrarsi e dove trovare esercizi di vicinato in grado di contrastare lo strapotere dei freddi e alienanti centri commerciali.

Ad Arcisate, la situazione è sotto gli occhi di tutti. Il centro storico è lasciato a se stesso in una situazione di forte degrado.  Nelle scorse settimane, Gennaro Gesuito Presidente del progetto civico "La Mia Città" ha incontrato un gruppo di cittadini, soprattutto commercianti, che orbitano tra via Foscarini, via Matteotti e via Verdi. Il grido d’allarme è stato forte: “Il centro storico sta morendo”. Non c’è la minima attenzione nemmeno per le piccole cose. L’illuminazione pubblica è carente; i tombini di scarico dell’acqua sono otturati; i marciapiedi della centralissima Via Matteotti, pressoché inesistenti; le strisce pedonali sono invisibili e rendono pericoloso l’attraversamento della statale. In questo modo, si vogliono affossare le pochissime attività commerciali presenti in zona: nel giro di pochi anni, spariremo tutti”.

Questo è l’allarme lanciato dagli operatori commerciali della zona e riportato da Gennaro Gesuito, titolare del Caffè Farinola, bar all’angolo tra via Matteotti e via Foscarini. Le stesse difficoltà le sentono anche residenti e passanti. Cosa chiedono i cittadini? “Basterebbero dei piccoli gesti da parte dell’amministrazione comunale – spiega Gesuito – pochi soldi per sistemare le questioni più evidenti. Quanto può costare un cartello? E cambiare un lampione della luce?”. Insomma, la richiesta è semplice e non richiede investimenti onerosi. E’ necessario dare un segnale per dimostrare che c’è la volontà politica di fare rivivere il centro storico e renderlo dignitoso. A quel punto, magari si attrarrebbero investimenti maggiori.

Non bisogna poi dimenticare la possibilità di accedere a bandi regionali, nazionali e comunitari che permetterebbero impegni più importanti.  Per fare questo, come anticipato, ci vuole lungimiranza politica. Lungimiranza che, allo stato delle cose, non esiste. “Mai nessuno dell’amministrazione si è fatto vivo per ascoltarci” concludono laconicamente i presenti.
Una lunga, lenta agonia.