Il governo britannico perde colpi: si son dimessi Davis e Johnson

Theresa May perde il ministro per la Brexit David Davis sostituito da Dominic Raab e il ministro degli esteri Boris Johnson sostituito da Jeremy Hunt

La nuova svolta negoziale di Theresa May verso un negoziato più soft con l’Europa rischia di mettere in crisi il suo governo che perde pezzi importanti a cominciare dal ministro per la Brexit David Davis che lascia in polemica annunciando la sua decisione nella notte, immediatamente sostituito con Dominic Raab, 44 enne anche lui favorevole alla Brexit ed elemento di punta del fronte per l’uscita nel 2016, che era viceministro della giustizia.
Subito dopo la seconda tegola con le dimissioni del ministro degli Esteri, Boris Johnson, anche lui in polemica contro la svolta negoziale soft sulla Brexit della premier e al suo posto arriva il ministro della sanità Jeremy Hunt, un euroscettico considerato però un “Tory moderato” sul fronte europeo e leale verso la May.
Davis è un 69 enne esponente di punta della corrente Tory euroscettica, ma, dopo alcuni giorni di riflessione, ha deciso di non accettare la nuova strategia più 'conciliante' nei confronti di Bruxelles imposta dalla May al consiglio dei ministri solo venerdì scorso.
L’ex ministro per la Brexit era stato fino ad oggi il responsabile per il governo britannico dei negoziati sul divorzio con l'Ue e venerdì aveva sottoscritto, come tutti gli altri ministri, il compromesso proposto da Theresa May per cercare di sbloccare le trattative con Bruxelles.
Il compromesso proposto dalla May è risultato sgradito ai 'brexiteers' ultrà del suo stesso partito e considerato da alcuni alla stregua di un 'tradimento' del risultato del referendum del 2016.
L’apertura sull'ipotesi di creazione di un'area di libero scambio post Brexit - con regole comuni, almeno in alcuni settori e l’ipotesi di nuove intese doganali con l'Ue è stata interpretata dai falchi come un cedimento anche se inizialmente sembrava cha la premier avesse convinto il suo partito.
l’abbandono dei due ministri potrebbe scatenare un effetto domino in grado di mandare in pezzi l'esecutivo, la maggioranza e la compattezza del Partito Conservatore con la possibilità di arrivare anche ad elezioni anticipate.