Sotto a chi tocca

Questa volta sembra veramente che il M5S voglia seguire il consiglio del 2013 di Beppe Grillo a Pistoia lanciando lo Tsunami Tour: “apriremo il parlamento come una scatola di sardine”

La PROPOSTA DI LEGGE n. 723 del 12 giugno 2018 presentata alla Camera dei Deputati dal Movimento conta di un solo articolo semplice, chiaro, comprensibile “Il quarto comma dell’articolo 5 della legge 31 ottobre 1965, n. 1261, è abrogato. Per il pignoramento e il sequestro dell’indennità e della diaria dei membri del Parlamento si applicano le disposizioni dell’articolo 545 del codice di procedura civile”.
Un altro degli incomprensibili e inaccettabili privilegi della classe politica nostrana viene affrontato con l’intento di rimuoverlo ed è quello della impignorabilità dello stipendio dei parlamentari introdotto da una legge del 1965 che introduceva l’impedimento per i creditori dei deputati e dei senatori di rivalersi sull’indennità e sulla diaria.
La motivazione dei pentastellati nelle parole della vicepresidente della Camera dei deputati, la grillina Maria Edera Spadoni che ha annunciato la proposta, è ovvia e di buon senso perché i normali cittadini pagano le tasse e non godono di nessun privilegio e se si trovano in difficoltà il loro stipendio può essere pignorato e quindi non è comprensibile perché debbano essere penalizzati rispetto ai parlamentari.
La proposta di legge tende a porre fine ad una ingiustizia che dura da più di 50 anni e che se, forse, poteva avere un senso mezzo secolo fa, oggi certamente non lo ha più, e rispettare il principio di eguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione trattando i parlamentari esattamente come un qualsiasi altro lavoratore italiano.
Proposte simili sono già state presentate in passato, da ultimo nella scorsa legislatura da parte del deputato di Sinistra Italiana Gianni Melilla, del senatore Bartolomeo Pepe, eletto col Movimento 5 Stelle ma poi passato al gruppo Grandi Autonomie e Libertà, dal senatore del Movimento 5 Stelle Maurizio Buccarella e da un altro ex grillino, il deputato Cristian Iannuzzi, ma per nessuna delle proposte è iniziato l’iter di discussione in nemmeno in Commissione.
Una delle motivazioni comuni addotte da coloro che hanno tentato di far mettere in discussione la antica norma era che le ragioni che portarono alla deroga in favore dei parlamentari possono ormai da considerare superate e ogni ragione storica oggettiva per mantenere questo privilegio non è più attuale.
Le cronache, negli anni, hanno riportato innumerevoli casi di parlamentari   che nel corso del loro mandato parlamentare si sono trincerati dietro l’impignorabilità prima di stipendio e diaria e poi dei vitalizi per le più svariate ragioni, ma quasi mai erano quelle che avevano motivato l’introduzione del privilegio.
Speriamo sia la volta buona.