GRAZIE EUROPA
Europa, mi scaldo al tuo tepore.
Che fortunato sono!
Non ho grazie a te pensieri,
non ho timore.
Vegli su me come una mamma
e come mamma trèpidi
se cado in errore.
Tu sai: io sono un pargolo,
e di un puerile amore
amavo questa patria
che aveva nome Italia.
Di quello spazio
dalla chiostra dell'Alpi a Capo Passero
io ingenuo ero contento.
Orizzonti più vasti ora contemplo,
e festanti mescolanze di genti.
Vedi? Io più non erro.
Studiano con Erasmus i miei figlioli
e sulle ramblas in dolce compagnia
fanno nuove esperienze.
E se fiaccamente
premiamo i lombi e vuote son le culle
Tu premurosa ci sovvieni
dal lido d'Africa chiamando
nuovi europei di rincalzo.
Grazie per misurare le banane
ché troppo corte sono vacanti
e troppo lunghe,allusive e provocanti.
Grazie perché su noi
stendi dolce tutela
su noi che suoniamo il mandolino
da mane a sera.