TURISMO BLOCCATO DAL GOVERNO

Il governo moribondo blocca la legge della Regione che incrementa il turismo     Varese, 27 marzo 2018     Qualche giorno fa ho scritto sul mio account Twitter rifacendomi al detto popolare “Piove, Governo ladro” che il vero motto avrebbe dovuto essere “Governo ladro di legalità” perché questo governo già morto ha, una volta di più, dimostrato di essere un governo ostaggio di lobbies che non amano la legalità.   Nonostante le precedenti assicurazioni alla Regione Lomb...

Il governo moribondo blocca la legge della Regione che incrementa il turismo     Varese, 27 marzo 2018     Qualche giorno fa ho scritto sul mio account Twitter rifacendomi al detto popolare “Piove, Governo ladro” che il vero motto avrebbe dovuto essere “Governo ladro di legalità” perché questo governo già morto ha, una volta di più, dimostrato di essere un governo ostaggio di lobbies che non amano la legalità.   Nonostante le precedenti assicurazioni alla Regione Lombardia, nonostante lo stesso provvedimento sia già in vigore in altre regioni come  il Lazio, e la Sardegna questo governo moribondo ha trovato il tempo e la voglia di impugnare la Legge lombarda sul turismo.   Praticamente in Regione hanno implementato nella Legge 27/2015, un solo articolo che impone a chi fa accoglienza turistica come casa vacanza (mascherandola quasi sempre da normale affitto breve)  di dotarsi di un codice identificativo per mettere ordine nella giungla degli annunci on line delle case in affitto. Attraverso questo codice identificativo, si punta a fissare standard minimi di qualità e a superare la concorrenza sleale che domina oggi il settore e la mancanza di sicurezza legata alle migliaia di appartamenti messi in affitto senza nessuna regola.   La compiacenza di Renzi a favorire queste multinazionali caraibiche tipo Airbnb è ben nota e una volta di più questo ex governo di perdenti ha preferito cedere la valorizzazione del territorio italiano ad entità sulle quali, di certo, non c’è neppure la sede sociale. Entità che investendo miliardi di dollari in visibilità web si appropriano della vendibilità turistica del nostro territorio. Entità che, nascondendo al fisco l’identità di coloro che mettono a disposizione i loro immobili, ci privano di milioni di euro di tasse e mettono a rischio la sicurezza dei loro clienti, dei loro host e di tutta la popolazione perché non viene segnalata la presenza dei clienti alla Questura.   Devo inoltre sottolineare l’imbecillità e l’incapacità dei grandi Comuni (Milano e Firenze per esempio) che fanno accordi diretti con queste OTA - On Line Travel Agency – dove, a fronte di una nebulosa quantità di strutture di ospiti e di pernottamenti, si pensa di riscuotere una Tassa di Soggiorno adeguata. Come è possibile quantificare questi dati se non si ha la certezza del loro numero e della loro identità? Come ci si può fidare dei numeri passati per buoni da società che hanno come unico scopo fare soldi sulla pelle degli altri e di pagarci meno tasse possibili? Accettare accordi di questo genere significa solo voler nascondere il problema e dimostrarsi incapaci di gestirlo.   Al di là dei cavilli, è chiaro che il punto è tutto politico: la Lombardia che reclama più autonomia, ma a suon di decisioni sbagliate calate dall’alto, viene ostacolata perfino quando approva leggi sul turismo. Il Pd è centralista e lobbista fino all’ultimo giorno di governo. Inutile sorprendersi se poi alle regionali  prende 20 punti di distacco da chi vuole tenere soldi sul territorio.   Auspichiamo che la Corte Costituzionale respinga senza esitazioni la richiesta del defunto governo Gentiloni e ci permetta di implementare nella nostra regione una piccola legge che potrebbe riportare equità fiscale e parità di regole per chi fa lo stesso lavoro, oltre alla sicurezza implicita nella regola che impone di segnalare alla questura chi dorme nelle nostre case.