BOLLATE, RIVOLTA DEI DETENUTI CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA

BOLLATE, RIVOLTA DEI DETENUTI CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA: MAZZE DI LEGNO E SGABELLI CONTRO PERQUISIZIONE DELLE CELLE. LA PROTESTA DEL SAPPE Situazione di estremo pericolo all’interno della Casa di Reclusione BOLLATE, nel Milansese, dove sabato c’è stata una violenta protesta di un gruppo di detenuti contro gli Agenti di Polizia Penitenziaria che stavano per dare corso ad una ordinaria perquisizione nelle celle.
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BOLLATE, RIVOLTA DEI DETENUTI CONTRO GLI AGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA: MAZZE DI LEGNO E SGABELLI CONTRO PERQUISIZIONE DELLE CELLE. LA PROTESTA DEL SAPPE Situazione di estremo pericolo all’interno della Casa di Reclusione BOLLATE, nel Milansese, dove sabato c’è stata una violenta protesta di un gruppo di detenuti contro gli Agenti di Polizia Penitenziaria che stavano per dare corso ad una ordinaria perquisizione nelle celle. “La situazione è stata davvero pericolosa”, denuncia il Segretario Regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE Alfonso Greco.   A distanza di circa due settimane dall’evento critico avvenuto al Terzo Reparto detentivo della Casa di Reclusione, anche sabato presso il Reparto Isolamento alcuni poliziotti penitenziari si sono imbattuti, durante l’espletamento di una routinaria perquisizione, in una situazione in cui i detenuti sono palesemente apparsi fuori controllo. Questi ultimi muniti di mazze di legno e sgabelli hanno inveito contro gli operatori con il chiaro intento di sferrare loro colpi, e ostacolandoli dai compiti istituzionali. Non si riesce a comprendere il perché si verifichino tali episodi così frequentemente presso questo carcere, pioniere del tanto decantato “PROGETTO BOLLATE”, e nel quale dovrebbe fare ingresso solo utenza selezionata. Piuttosto esso si è trasformato in un Istituto nel quale gli agenti di Polizia Penitenziaria quotidianamente rischiano la loro incolumità e si trovano costretti a gestire detenuti che proferiscono parole del tipo “QUI COMANDIAMO NOI “. Tale realtà non è più accettabile da parte del SAPPE”. Sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE : “ Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata!  Contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 9 giorni un detenuto si uccide in cella mentre ogni 24 ore ci sono in media 23 atti di autolesionismo e 3 suicidi in cella sventati dalle donne e dagli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria.  Aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno e i dati sulle presenze in carcere ci dicono che il numero delle presenze di detenuti in carcere è in sensibile aumento. Ed il Corpo di Polizia Penitenziaria, che sta a contatto con i detenuti 24 ore al giorno , ha carenze di organico pari ad oltre 7.000 Agenti …”. “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, conclude Capece . “ Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Nell’anno 2016 ci sono infatti stati 39 suicidi di detenuti, 1.011 tentati suicidi, 8.586 atti di autolesionismo, 6.552 colluttazioni e 949 ferimenti”. Roma, 20 marzo 2017   Dott. Donato CAPECE – segretario generale SAPPE