Lavoro, gli under 37 sono i più colpiti dalla crisi

La ricerca promossa dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli è stata presentata durante la terza edizione del Jobless Society Forum.

I lavoratori – stando alla ricerca presentata – appaiono nettamente divisi in due categorie: da un lato quelli a tempo indeterminato che godono di protezione sociale, e dall’altro gli “outsider”, precari e a tempo parziale.

Sia per chi ha meno di 24 anni, sia per chi ne ha meno di 36, gli anni di crisi hanno significato una perdita di posizioni standard a tempo indeterminato: circa il 20% in meno per i giovani adulti e del 40% per i giovani sotto i 24 anni.

La perdita di contratti a tempo indeterminato avviene con maggiore velocità al sud, con un meno 39% per la fascia interessata; in confronto al nord la quota è meno 14,7%.

Il territorio italiano si differenzia anche nel modo in cui la perdita di posizioni standard viene compensata dal mercato del lavoro: al nord e al centro crescono le posizioni non-standard (+36,8% e +51,9%), al sud soprattutto la disoccupazione nonostante i livelli già alti (+41,7%).

Contratti meno tutelati che appaiono come “subiti” e non volontariamente scelti dal lavoratore. Quasi l’80% dei part time maschili infatti – sempre secondo i dati forniti – è involontario.

Minore, ma comunque importante, la quota femminile, che si attesta al 60 per cento: e’ la lavoratrice, in alcuni casi, a chiedere orari piu’ flessibili, ma piu’ spesso si tratta di un di una posizione subita.