L’arma dei Carabinieri ha disposto una inchiesta a seguito dei fatti di Cisterna di Latina

L’arma dei Carabinieri ha disposto una inchiesta a seguito dei fatti di Cisterna di Latina per fare luce su eventuali omissioni nella valutazione del Capasso. Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha diramato un comunicato stampa: “La grave tragedia familiare avvenuta a impone l’obbligo di verificare se le autorità gerarchiche e sanitarie competenti a valutare il comportamento e la condizione psicofisica  dell’appuntato Luigi Capasso avessero elementi sufficienti...

L’arma dei Carabinieri ha disposto una inchiesta a seguito dei fatti di Cisterna di Latina per fare luce su eventuali omissioni nella valutazione del Capasso.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha diramato un comunicato stampa: “La grave tragedia familiare avvenuta a impone l’obbligo di verificare se le autorità gerarchiche e sanitarie competenti a valutare il comportamento e la condizione psicofisica  dell’appuntato Luigi Capasso avessero elementi sufficienti per prevedere quanto purtroppo è accaduto, nonché se sia stato fatto tutto ciò che la legge consentiva a tutela della consorte e, per estensione, dell’intero nucleo familiare.  L’Arma dei Carabinieri, che sta fornendo all’Autorità giudiziaria la massima collaborazione investigativa e ogni informazione in suo possesso, ha disposto per gli aspetti di propria competenza l’esecuzione di una rapida inchiesta, tesa ad accertare i fatti con puntualità e trasparenza. Questa procedura, ulteriore rispetto al procedimento già avviato dall’Autorità giudiziaria, porterà a una completa conoscenza della vicenda e all’adozione dei provvedimenti che si renderanno necessari”. Arrivano infatti conferme sul fatto che il massacro della sua famiglia da parte del carabiniere fosse facilmente prevedibile. La moglie aveva presentato due esposti contro il marito da cui si stava separando e che in più occasioni era stata picchiata e aggredita, era seriamente preoccupata per l’incolumità sua e delle sue bambine. Antonietta Gargiulo aveva chiesto aiuto ai colleghi del marito chiedendo che la aiutassero a tenerlo lontano dalla famiglia, perché le figlie erano terrorizzate dai comportamenti del padre al punto che la maggiore delle due, vedendo il padre all’uscita di scuola era stata colta da un attacco di panico. In seguito agli esposti della Gargiulo il carabiniere fu sottoposto a controllo medico e dichiarato comunque idoneo al servizio, in quella occasione l’arma gli offrì un sostegno psicologico per superare i traumi della separazione in corso, ma lui aveva rifiutato. In seguito al suo rifiuto fu obbligato ad un successivo controllo medico davanti ad una commissione che si limitò a concedergli 8 giorni di riposo dichiarandolo comunque idoneo al servizio e quindi lasciandogli in mano la pistola con cui poi avrebbe lucidamente programmato lo sterminio della sua famiglia. Nell'abitazione della strage sono state trovate 5 lettere che Capasso aveva scritto ai genitori e ai fratelli e un assegno da 10mila euro, somma destinata ai funerali per sé stesso, la moglie e le bimbe e questo farebbe pensare che nella mente del carabiniere l’idea della strage fosse stata elaborata nel tempo. La sua folle idea potrebbe essere stata originata dall’esposto presentato in settembre dalla moglie alla Questura di Latina, che avrebbe scatenato nell’uomo un sentimento di vendetta che lo avrebbe portato a programmare la strage. Nella busta rinvenuta dai militari nella casa della strage erano contenute anche le disposizioni per la vendita della casa di Cisterna nella quale aveva vissuto con la famiglia e come si dovrebbe ripartire il denaro ricavato e ha anche incaricato il fratello di disdire i contratti per la fornitura di energia elettrica e gas. In passato Capasso era già stato sospeso per due mesi dal servizio per una truffa alle assicurazioni e poi era stato reintegrato. Cisterna di Latina 02 marzo 2018 Fabrizio Sbardella