Daniele Contucci porterà la sua testimonianza al Premio Legalità a Calvi Risorta
- /
- 18 settembre 2017 Italia
Daniele Contucci porterà la sua testimonianza al Premio Legalità che il 23 settembre si svolgerà a Calvi Risorta per portare la sua testimonianza Quest’anno al Premio Nazionale Legalità e Sicurezza Pubblica in Campania che si svolgerà il prossimo sabato 23 settembre 2017 a (CE) ci sarà un poliziotto oggi diventato troppo scomodo dai vertici stessi del Ministero dell’Interno, solo per aver raccontato in un libro denuncia la verità che non piace ai grandi della politica e delle...
Daniele Contucci porterà la sua testimonianza al Premio Legalità che il 23 settembre si svolgerà a Calvi Risorta per portare la sua testimonianza
Quest’anno al Premio Nazionale Legalità e Sicurezza Pubblica in Campania che si svolgerà il prossimo sabato 23 settembre 2017 a (CE) ci sarà un poliziotto oggi diventato troppo scomodo dai vertici stessi del Ministero dell’Interno, solo per aver raccontato in un libro denuncia la verità che non piace ai grandi della politica e delle istituzioni amici della politica. [caption id="attachment_49809" align="alignnone" width="897"] Daniele Contucci a Calvi Risorta[/caption] La presenza di Daniele Contucci che porta la sua testimonianza vissuta in prima persona, è stata fortemente voluta dagli organizzatori del premio in un momento molto difficile della gestione degli immigranti in Italia. Contucci è stato per 27 anni in Polizia e dal 2011 si è occupato in prima persona dell'emergenza immigrazione. Ora l’ex poliziotto ha denunciato cosa non funziona nella gestione dei migranti e ha fatto accuse precise su chi ci guadagna e specula e ha deciso di raccontare tutto nel libro Dalla passione alla rabbia (Ed. Il Seme Bianco). "Nel 2010 - spiega in un'intervista al Giornale - sono stato trasferito in una Task Force altamente specializzata in materia di immigrazione denominata Unità Rapida Intervento (Uri)". In questa veste verifica la fallimentare gestione del fenomeno, dal rischio di malattie infettive alla palude burocratica del Cara di Mineo, del riconoscimento dei migranti, di pratiche per il diritto d'asilo lunghe fino a 18 mesi. "La Uri è stata prima demansionata e poi chiusa. Le mie denunce davano così fastidio che sono stato parcheggiato in ufficio ad inserire nominativi in una banca dati, postazione dove era praticamente impossibile riscontrare anomalie". L'immigrazione è una sorta di mangiatoia. "Ogni richiedente asilo ha un costo al giorno per lo Stato di 35 euro, il Cara di Mineo durante il periodo in cui lavoravo ne ospitava quasi 4.000, provate a moltiplicare questa cifra per un anno e troverete la risposta". Ci guadagna la mafia, ma al fenomeno "collaborano" in tanti. Contucci punta il dito contro le Ong: "Parallelamente alle operazioni di soccorso ufficiali, ci sono altri salvataggi. Le organizzazioni di volontariato si spingono fino alle coste libiche incentivando così le partenze e alimentando le organizzazioni criminali. Questo non è umanitarismo ma speculazione". La polizia italiana lavora in un contesto senza regole né protezione. "Nel giugno 2014 ho partecipato ad uno sbarco al Porto di Augusta. Sono arrivate 1.200 persone di cui 66 avevano la scabbia e varie unità con tubercolosi conclamata e noi agenti non avevamo i dispositivi di protezione individuale previsti dal Ministero dell'Interno e della Salute. Temevo d'essermi ammalato e, per precauzione, non ho visto mio figlio per 45 giorni". Ha continuato a lavorare, conclude amaro Contucci, "per senso del dovere, si trattava di una situazione emergenziale". Ora Contucci è stato "abbandonato da tutti, non solo dalla Polizia di Stato, ma anche dal sindacato e dalla politica. “Inizialmente, un partito di cui preferisco non fare il nome mi aveva supportato dandomi spazio e voce poi anche lì è arrivata la censura. Mi sono sentito sfruttato, letteralmente usato. E infine messo all'angolo". Calvi Risorta 18 settembre 2017 La Redazione