Confiscati 18 milioni di euro al clan Fasciani a Roma
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- 23 giugno 2018
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Scacco al clan Fasciani da parte della Guardia di Finanza che, con l’Operazione Medusa ha confiscato beni per oltre 18 milioni di euro nei confronti di due rappresentanti di spicco del clan.
Con l’Operazione “MEDUSA” I militari del
Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione a un
decreto di confisca emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di
Prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina,
nei confronti di due esponenti di spicco del noto clan mafioso FASCIANI, per un
valore complessivo pari a oltre 18 milioni di euro.
Le indagini, condotte dagli specialisti del
G.I.C.O. del Nucleo di Polizia EconomicoFinanziaria di Roma, sono state avviate
all’esito delle operazioni di polizia “NUOVA ALBA” (eseguita dalla Polizia di
Stato nel luglio 2013) e “TRAMONTO” (conclusa dalle Fiamme Gialle capitoline
nel febbraio 2014), che avevano permesso di documentare l’esistenza e
operatività dei FASCIANI nel territorio lidense, identificare i “capi” del
sodalizio – i fratelli Carmine e Terenzio, destinatari del provvedimento di
confisca – nonché acquisire rilevanti fonti di prova in relazione alla
commissione di plurime condotte delittuose, tra le quali il sistematico ricorso
alla fittizia intestazione di beni, tutte poste in essere con la finalità di
agevolare l’organizzazione mafiosa.
In proposito si è pronunciata la Corte di
Cassazione che, con sentenze del 26.10.2017 (con riguardo all’operazione NUOVA
ALBA) e del 21.02.2018 (in relazione all’operazione TRAMONTO), ha sancito la
matrice mafiosa del clan. Sulla base degli elementi emersi nel corso di quelle
indagini, la D.D.A. ha delegato ai Finanzieri l’esecuzione di mirati
approfondimenti economico-patrimoniali, volti alla ricostruzione del patrimonio
posseduto dai germani FASCIANI e dai relativi familiari, nonché
all’individuazione delle attività economiche da essi esercitate, allo scopo di
intercettare – secondo la logica follow the money – i flussi finanziari agli
stessi direttamente o indirettamente riconducibili. Il G.I.C.O. è riuscito ad
accertare come i due fratelli avessero accumulato, nel tempo, un ingentissimo
compendio mobiliare e immobiliare, in parte intestato ai loro familiari, in
misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi lecitamente percepiti.
E’ venuto alla luce, in particolare, un tenore
di vita del tutto incoerente rispetto alle capacità reddituali, costituendo le
attività criminali del clan l’origine delle ingenti ricchezze possedute.
Ne è derivato un vero e proprio “inquinamento”
dell’economia legale del litorale, attuato sfruttando consapevoli “prestanome”
che sono stati posti formalmente a capo di numerose società operanti nel
settore della ristorazione, della panificazione, della gestione di stabilimenti
balneari e del divertimento notturno (comparti che meglio si prestano al
reimpiego dei proventi illeciti), utilizzate come “schermo” per celare il
“centro di interessi occulto” facente capo ai FASCIANI.
Le indagini si sono giovate dell’apporto
dichiarativo dei collaboratori di giustizia CARDONI Michael e IANNÌ Tamara,
appartenenti alla famiglia criminale dei “Baficchio” di Ostia, parenti del
defunto GALLEONI Giovanni (detto “Baficchio”), ucciso a Ostia il 22.11.2011
insieme al sodale ANTONINI Francesco (detto “Sorca Nera”). Accogliendo le
prospettazioni investigative, in data 20.06.2016 e 5.07.2016, il Tribunale di
Roma aveva disposto il sequestro dei seguenti beni, di cui ora ha decretato la
confisca: - patrimonio aziendale e beni di 8 società e 1 ditta individuale,
esercenti l’attività di “bar”, “ristorazione”, “panificazione”, “commercio al
dettaglio di altri prodotti alimentari”, “gestione stabilimenti balneari” e “immobiliare”,
tutte site a Roma/Ostia; - 12 unità immobiliari e 1 terreno ubicati a Roma e in
provincia de L’Aquila; - rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni; per un
valore di circa 18,5 milioni di euro.
Contestualmente, attesa la “spiccata ed allarmante
pericolosità” dei due proposti, il Giudice della prevenzione li ha sottoposti
alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di 4 anni.