Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale indagine su cave di Napoli
- 20 giugno 2018
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Dalle prime ore di questa mattina, i militari del Comando
Carabinieri per la Tutela Ambientale ed il personale della Polizia
Metropolitana di Napoli, in collaborazione con i Comandi Provinciali
Carabinieri di Napoli, Caserta e Salerno stanno dando esecuzione ad
un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli - Ufficio GIP
- su richiesta della Procura Distrettuale della Repubblica - Direzione
Distrettuale Antimafia, nell’ambito di una indagine che rappresenta la prosecuzione di analoga manovra investigativa che nel
maggio del 2016 aveva interessato le cave SAN SAVERINO RICOMPOSIZIONI AMBIENTALI e NEOS. L’attività –
sviluppata dal novembre 2016 al settembre 2017 -
riguarda il traffico organizzato di rifiuti che sono stati convogliati nella
cava in ricomposizione ambientale APOSTOLICO e TANAGRO di Comiziano (Napoli) ed
i conseguenti delitti di inquinamento e tentato disastro ambientale.
In particolare le attività investigative
svolte congiuntamente dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e dalla
Polizia Metropolitana di Napoli hanno permesso di stabilire come gli indagati,
al fine di conseguire un ingiusto profitto consistente nel ritorno economico di
non sopportare i costi dovuti ordinariamente per lo smaltimento dei rifiuti
presso siti autorizzati, con più operazioni e attraverso l’allestimento di
mezzi ed attività, gestivano abusivamente ingenti quantitativi – quantomeno 72.500 tonnellate - di rifiuti.
I rifiuti in questione tra l’altro venivano prelevati da
vari siti, tra cui i cantieri che la società CMV SCARL ha allestito per la realizzazione della Metropolitana di
Napoli (tratta Corso Garibaldi/Capodichino).
Infatti, i rifiuti speciali non pericolosi, dopo essere
stati fittizziamente trattati dall’impianto di recupero rifiuti inerti della società EDILCAVA SANTA MARIA LA BRUNA SRL, dei fratelli DI RUOCCO FILIPPO e
ANTONIO, venivano inviati, quale semplice sabbia
da recupero, presso il sito in ricomposizione ambientale di
Comiziano della società APOSTOLICO &
TANAGRO, gestita da APOSTOLICO GIOVANNI, APOSTOLICO FRANCESCO e TANAGRO
ISIDORO.
Tale procedura illecita ha consentito un guadagno per la
società APOSTOLICO & TANAGRO pari quantomeno a 217.000 Euro (incasso ricevuto per la commercializzazione dei
suddetti rifiuti che non potevano introitare presso il citato sito) e per la
società EDILCAVA SANTA MARIA LA BRUNA SRL di circa 580.000 euro (pari al risparmio dovuto per il mancato
smaltimento dei suddetti rifiuti presso idonei siti).
Nello stesso contesto, agli indagati sono stati
contestati anche i reati di inquinamento e tentato disastro ambientale,
introdotti con la l.n. 68/15, perché, in concorso
tra loro e con un funzionario del Genio Civile della Regione Campania cagionavano
la compromissione dell’acqua di falda
e del suolo del sito Comiziano per
la presenza – accertata dalle Analisi di laboratorio – di ingenti quantitativi
di cromo, idrocarburi ed amianto.
Le indagini hanno inoltre dimostrato come la cava APOSTOLICO
& TANAGRO era stata oggetto di diversi provvedimenti amministrativi,
istruiti dall’Ufficio del Genio Civile della Regione Campania, e che taluni di
essi erano in contrasto con la normativa di settore.
Di fatto, ciò che balza agli occhi è che nel tempo è stato
aumentato il volume da sfruttare con l’abbancamento di materiali (nella misura
di un milione di metri cubi); è stato autorizzato tale sversamento
proprio su particelle che nel passato già erano state oggetto di estrazione e
ricomposizione ambientale, senza che fosse stato presentato il previsto
progetto e senza un previo sopralluogo volto a verificare lo stato dei luoghi
ed appurare se e quanto nel frattempo le particelle fossero state già riempite;
infine, sono state inspiegabilmente ampliate le categorie di materiali per la
ricomposizione, includendo quelle provenienti da impianti di recupero rifiuti e
terre e rocce da scavo. Anche in questo caso l’ampliamento delle categorie di
materiali è stato disposto senza l’effettuazione di sopralluoghi o la presentazione
del prescritto progetto.
Appare opportuno sottolineare che l’area di quelle
particelle era già stata del tutto sfruttata tanto che la falda era affiorata e
si era formato un laghetto della profondità di circa 5 metri per una superficie
di oltre 30mila metri quadrati. In sostanza il Genio Civile, autorizzando
l’attività di ricomposizione ambientale su quelle particelle, ha consentito che
fossero sversati materiali (in realtà rifiuti) nell’acqua di falda.
Tale stato dei luoghi è inconfutabilmente dimostrato anche
dalle ortofoto del 2006 e del 2014.
Alla luce degli
elementi emersi nel corso delle indagini, l’Autorità Giudiziaria ha emesso i
provvedimenti di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari a carico
di:
1.
APOSTOLICO GIOVANNI;
2.
APOSTOLICO FRANCESCO;
3.
TANAGRO ISIDORO (che
al momento si trova fuori dal territorio nazionale),
gestori del sito in ricomposizione
Ambientale di Comiziano,
4.
DI RUOCCO ANTONIO;
5.
DI RUOCCO FILIPPO,
titolari della cava EDIL CAVA SANTA MARIA LA BRUNA Srl., nonchè il sequestro
delle aziende, degli impianti e degli automezzi adibiti al trasporto dei
rifiuti.
Roma, 20 giugno 2018