Assunzioni, Fsp Polizia dopo la smentita del Viminale sul blocco: “Bene le rassicurazioni, ma attendiamo i fatti"
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- 13 agosto 2018
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riceviamo e pubblichiamo
“Bene le rassicurazioni, ma attendiamo i fatti. Per fare sicurezza ne abbiamo bisogno”
“Esprimiamo viva soddisfazione per le rassicurazioni che giungono dal Viminale a proposito di un tema, quello delle assunzioni, che deve essere sottratto ad ogni speculazione e ad ogni forma di propaganda, perché è una questione di delicatezza estrema e da cui dipende l’efficienza di un Comparto che garantisce la vita libera e democratica nonché lo sviluppo del Paese. Rassicurazioni a cui speriamo seguano, a stretto giro, fatti concreti che doverosamente diano alle donne e agli uomini della Polizia di Stato quella boccata d’ossigeno che aspettano per riuscire a continuare nel loro lavoro, che consentano di scongiurare la chiusura di centinaia di presidi di polizia sul territorio, e di far fronte alle sfide sempre più impegnative di questo momento storico che ci tiene in stato di massima allerta”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, Federazione Sindacale di Polizia, torna sulle notizie di stampa relative a un possibile blocco delle assunzioni di 8.000 operatori nel Comparto sicurezza che, nel pomeriggio, fonti del Viminale hanno smentito assicurando: “C’è copertura finanziaria, e quindi nessuno stop da parte del governo in fatto di assunzioni straordinarie e conferma del turn over tra le forze dell’ordine”.
“Gli impegni assunti nei confronti dei poliziotti italiani devono essere mantenuti – conclude Mazzetti -, e questo non ha alcuna attinenza con la dialettica politica perché un tema come la sicurezza non può avere alcuna colorazione; né non si può pensare di poter lesinare perché ai costi della sicurezza corrispondono benefici che non si possono raggiungere altrimenti. Ecco perché ci aspettiamo che il governo trovi unità d’intenti e d’azione, perché cominciare con qualche migliaia di assunzioni a fronte di un buco negli organici che sfiora le 45.000 unità è proprio il minimo. Non è un fatto personale, non si tratta di procurare privilegi, né di fare gli interessi di parte di alcuno. Si tratta di dare piena realizzazione al diritto di difesa dei cittadini, consentendo a chi porta la divisa di agire con gli strumenti minimi necessari”.