Notti calde sotto ombrelli colorati tra folla di gente che vuole rilassarsi e divertirsi, lasciandosi alle spalle problemi e difficoltà, ma scoppia rissa

In una tranquilla serata, come al solito affollata, del centro di Gallarate scoppia la rissa con tutte le caratteristiche previste dalla scenografia del caso: tavoli rovesciati, bicchieri rotti, calci e pugni. Nel bar all’angolo tra via Mazzini e via San Giovanni Bosco un gruppetto di giovani probabilmente imbevuti d’alcool o di qualche cosa d’altro, decidono di mettere in scena la commedia più classica del mondo moderno: la rissa da bar. Parte con piccole provocazioni poi, in funzione del grado alcolico, ha svolgimenti imprevedibili. Di solito volano tavoli, bicchieri, tazze e bottiglie e ci si scazzotta oppure, approfittando delle bottiglie rotte usate come armi improprie, ci si ferisce e si sanguina. Una tranquilla serata si trasforma in uno spettacolo di violenza gratuita e diventa pericolosa per chi ha la sventura di trovarsi nei dintorni. La Gallarate notturna non è nuova a questi eventi, ma nessuna città, o cittadina, o metropoli in Italia, in Europa o nel Globo terraqueo può dirsi immune dalle risse da bar. La gente esce va nei locali, beve, assume qualche “aiutino” e la frittata è lì a portata di mano. Un’occhiata di troppo, una battuta fraintesa e scatta la scintilla: va in scena la rissa. Non si può fare molto per contrastare questo fenomeno, non si è mai potuto fare molto negli anni e quando accade si può solo stigmatizzarlo. È un fenomeno che neanche nell’ex blocco sovietico, in cui i controlli di polizia erano “abbastanza” rigidi e capillari, si riusciva a bloccare e fino a ché ci saranno posti in cui bere e pusher da cui rifornirsi di “aiutini” la rissa da bar andrà inevitabilmente in scena. Gallarate 24 luglio 2017 La Redazione