Informativa cookie: Varese Press si avvale di cookie per le finalità illustrate nella nostra informativa sulla privacy. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione, acconsenti all´uso dei cookie.
Clicca qui per maggiori informazioni.
Chiudi
In occasione delle Giornata Mondiale della Salute Mentale il Centro Gulliver presenta un nuovo progetto a sostegno delle famiglie degli Ospiti di Cantello
Il 10 ottobre ricorre in tutto il mondo
la Giornata Mondiale della Salute Mentale, promossa dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità. E il Centro
Gulliver ha deciso di celebrarla con un incontro e un pranzo dedicato agli
Ospiti e ai loro familiari presso le Comunità di Cantello sabato 6 ottobre. A Cantello si trova la Casa
“Nuovi Orizzonti”, sede delle due Comunità psichiatriche “Cielo e Terra” e
“Vento e Fuoco”. Un totale di 40 Ospiti: persone con una fragilità
psichiatrica, bisognose di qualcuno che li aiuti ristabilire l'“ordine delle
cose”. Bisognose soprattutto di uno sguardo che riconosca la loro dignità e il loro
valore di donne e uomini. Un’attenzione che sappia valorizzare le loro qualità
umane, le loro potenzialità e risorse. Un aiuto a mettersi in relazione con il
mondo esterno dedicandosi ad attività e a relazioni umane vere.
“Per noi dare dignità è
lavorare quotidianamente per l’inclusione sociale – racconta don
Michele Barban, presidente del Centro Gulliver – “Già oggi i nostri Ospiti
di Cantello partecipano alla vita del Paese in diversi momenti e hanno un
rapporto quotidiano con la Comunità locale” Inclusione sociale che è il
contrario di stigma: “I familiari dei nostri Ospiti vivono spesso accompagnati
dallo stigma e dai pregiudizi della gente, molte volte pesanti da gestire. Ci
piacerebbe coinvolgere queste persone in un percorso di ascolto, sostegno ed
accompagnamento, attraverso gruppi di auto-mutuo-aiuto, all’interno del nostro
servizio di Coinvolgimento Familiare Parallelo.” “Coinvolgimento Familiare Parallelo” (sigla
CFP) è un servizio che il Centro Gulliver da anni offre alle famiglie degli
Ospiti delle Comunità Terapeutiche: si tratta di un percorso che si attua in
modo “parallelo” a quello degli Ospiti durante tutte le varie fasi del
programma terapeutico. “Finora questo servizio è stato offerto solamente
ai familiari degli Ospiti delle dipendenze: ci piacerebbe proporlo anche a
quelli di Cantello. Crediamo che ci sia
un bisogno enorme di ascolto e sostegno per queste persone. Coinvolgendole nei
gruppi terapeutici intendiamo offrire un itinerario di consapevolezza e di
liberazione da sensi di colpa, paure e pregiudizi che spesso coabitano nel
cuore.” Questo percorso si fonda
sul presupposto che un efficace lavoro di recupero in Comunità vada di pari
passo con un lavoro con le famiglie: la famiglia, infatti, è considerata come
partner terapeutico a tutti gli effetti. Pertanto, il servizio si propone sì di
accogliere e sostenere il disagio dei familiari, ma anche accompagnarli a diventare
co-terapeuti e co-educatori. “Vorremmo che le persone coinvolte con la
sofferenza potessero essere messe nella condizione di servirsi della propria
esperienza non più per stare male, ma per aiutare anche altri a stare bene.”