Selvaggia Lucarelli risponde a un papà

Non è recentissima ma ve la propongo come spunto di riflessione Buongiorno, mi chiamo Selvaggia Lucarelli e sono la mamma di Leon. Lei è il papà di Mattia e ha scritto questa bella letterina alle maestre di suo figlio per comunicare loro che suo figlio non ha fatto i compiti delle vacanze. La letterina ha fatto il giro del web e delle redazioni e in molti l'hanno trovata geniale. Volevo informarla del fatto che io, quella che è sempre la mamma di Leon, invece la trovo una bella minchiata. Anz...

Non è recentissima ma ve la propongo come spunto di riflessione Buongiorno, mi chiamo Selvaggia Lucarelli e sono la mamma di Leon. Lei è il papà di Mattia e ha scritto questa bella letterina alle maestre di suo figlio per comunicare loro che suo figlio non ha fatto i compiti delle vacanze. La letterina ha fatto il giro del web e delle redazioni e in molti l'hanno trovata geniale. Volevo informarla del fatto che io, quella che è sempre la mamma di Leon, invece la trovo una bella minchiata. Anzi, le minchiate sono più d'una. La lettera, l'idea di fotografarla e di mostrarci quanto lei sia figo e saggio e controcorrente, il fatto di non far fare i compiti delle vacanze a suo figlio ed ogni singolo passaggio di questa letterina che, se lo lasci dire, non trasuda originalità e dissenso ma solo un pentolone di boria. Intanto, abbia pazienza, ma la prima cosa da insegnare ai figli, soprattutto in quest'epoca bizzarra in cui ci si parla da avatar, è che se si ha qualcosa da comunicare di una certa importanza alle maestre come, ad esempio, la mancata condivisione del programma scolastico, le maestre si affrontano. Ci si va a parlare e ci si confronta, non si manda la letterina. Certo, poi non si può postare la foto della letterina su fb, ma magari il piccolo Mattia avrà imparato la lezione numero 1 che saltano tanti maschi 2.0: imparare a tirar fuori le palle. Seconda cosa. Siamo felici delle attività svolte con suo figlio. Wow, ha fatto progressi (sottotesto: i bambini che fanno i compiti regrediscono) , wow, è andato in bici (sottotesto: i bambini che fanno i compiti deambulano a malapena), wow con il suo aiuto, sega e seghetto ha costruito la sua scrivania (sottotesto: io sono falegname e mio figlio è Gesù). Complimenti signor Marino. Mio figlio Leon invece ha ripassato le tabelline, ha ripassato i verbi, ha letto due libri, ha cercato Pokemon, non è andato in bici perchè ahimè gli pesa un po' il culo e fa fatica a costruirsi un alibi per non aver portato giù l'immondizia, si figuri a costruire una scrivania. Ah, ho letto pure che suo figlio d'estate riposa perchè i professionisti seri non si portano il lavoro in vacanza, quindi deduco che tutti noi a cui capita di mandare un articolo dalle ferie o di rispondere al capo dalla spiaggia siamo dei cazzoni avariati. Intuisco anche che secondo lei suo figlio farebbe parte del segmento "professionisti seri". Qui le cose sono due: o lei ad agosto non fa fare i compiti a suo figlio perchè lo manda a lavorare in un cantiere navale e in questo caso signor Marino lei è colpevole di sfruttamento del lavoro minorile per cui chiamo la Gabanelli. Oppure suo figlio Mattia ha 29 anni, è ripetente da 20 e nel frattempo dirige una multinazionale. Ah, poi c'è il passaggio su di lei che gli insegna la vita e le maestre che gli insegnano le nozioni. Interessante. Pensi che io invece ricordo più lezioni di vita a scuola che nel tinello di casa mia, ma Mattia è fortunato, Mattia ha un papà che è un po' Muciaccia, un po' Bob l'Aggiustatutto, un po' Osho, mica è uno sfigato come il mio che a 9 anni mi diceva "Studia o ti prendi due mazzate". Infine, ci sentiamo tutti più tranquilli nel sapere che avvocati, psicologi e docenti le diano ragione. Ad Hitler hanno dato ragione 17 milioni di tedeschi, ma forse erano elettori a cui i papà avevano imposto i compiti d'estate, quindi involuti, mica come il suo Mattia che cresce a pane e saggezza. Ora chiudo signor Mattia che Leon urla che non trova le mutande pulite pure se sono nel cassetto, proprio quello che è aperto di fronte a lui, perchè è un po' rincoglionito come tutti i maschi che d'estate hanno fatto i compiti anzichè il bricolage con papà. E chiudo dicendole una cosetta piccola, trascurabile: insegnare il dissenso, il rifiuto dell'autorità, lo spirito critico è una faccenda seria. Se non lo si fa con attenzione ma si riduce il tutto a un giochino retorico e fintamente anticonvenzionale, si rischia di ritrovarsi non un anarchico rivoluzionario in casa, ma solo un pirlotto che dice no e non perchè il suo no cambierà il mondo, ma solo perchè dire no fa molto figo. La mamma di Leon. P.s. Sono disponibile per eventuali colloqui, così poi accanto alla letterina può postare pure il selfie con me.