La Provincia di Varese chiude

La notizia della imminente chiusura de #LaProvinciadiVarese mi provoca grande dispiacere, umano e professionale. Fa male pensare che alcuni bravi professionisti resteranno a piedi, così come sapere che una voce giornalistica si spegnerà. In anni recenti ho avuto l'onore di frequentare redazione e colleghi nelle vesti di direttore editoriale. Già in quel periodo l'aria di tormenta aveva soffiato impetuosa, ma l'allarme, grazie allo sforzo di alcuni, era rientrato. L'auspicio, velleitario ma se...

La notizia della imminente chiusura de #LaProvinciadiVarese mi provoca grande dispiacere, umano e professionale. Fa male pensare che alcuni bravi professionisti resteranno a piedi, così come sapere che una voce giornalistica si spegnerà. In anni recenti ho avuto l'onore di frequentare redazione e colleghi nelle vesti di direttore editoriale. Già in quel periodo l'aria di tormenta aveva soffiato impetuosa, ma l'allarme, grazie allo sforzo di alcuni, era rientrato. L'auspicio, velleitario ma sentito, è che qualche mecenate raccolga la sfida. Ma so che non sarà facile. Viviamo un'epoca in cui fare informazione non è nè semplice nè tantomeno economico e in cui le quote di mercato locale, già di per sè risicate, vengono occupate da un pugno di corazzate (per l'esattezza, tre). Resto convinto che il pluralismo sia un valore imprescindibile, perchè in ossequio alle singole specificità e alle linee editoriali di questa o quella testata, garantisce il diritto del pubblico di ricavarsi una propria opinione dei fatti, che nel migliore dei casi è frutto di una non dichiarata collaborazione tra testata e utente. La prima si impegna a tenere ben distinta la notizia dal commento e a non mascherare mai la propria opinione, legittima solo se esplicita e mai occultata tra le righe della cronaca. L'utente, quello che vuole costruirsi davvero una propria opinione, anche a costo di mettere in discussione se stesso, ascolta, legge, discerne, confronta e si confronta, alla larga dal vero cancro della libertà: ovvero, il pensiero unico. Alcuni colleghi la pensano in modo diverso, convinti come sono che la loro linea sia LA linea e che la concorrenza (di idee prima che di pubblicità) costituisca una inutile perdita di tempo. Io credo che sia vero il contrario. E, insieme alla mia squadra, traggo giovamento ed entusiasmo quotidiano dal confronto con le molte diversità che costellano il panorama locale. Arrivare primi quando si corre da soli non è nè difficile nè divertente. Anche e soprattutto per questo la vicenda de La Provincia mi rattrista profondamente. Auguro ai colleghi un rapido assestamento e una imminente ondata di nuove soddisfazioni. È la lettera di Matteo Inzaghi che condividiamo in ogni sua parte. La democrazia non è mai troppa e più voci magari diverse non possono che fare bene a noi tutti Giuseppe Criseo editore di VARESE PRESS