PREMIA (VB), LA STORICA E UTILISSIMA GHIACCIAIA DI ALTRI TEMPI

un paese da molti conosciuto nel varesotto e non solo, viene censito così da wiipedia:Premia è un comune italiano di 583 abitanti facente parte della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Si trova in Valle Antigorio, una delle diramazioni della Val d'Ossola, lungo la via che conduce in Val Formazza, Area:  88,7 km². Wikipedia Tra le tante risorse naturali, e locali come carne, formaggi e prodotti caserecci vari, ci sono esempi di cultura che vanno assolutamente prese...

un paese da molti conosciuto nel varesotto e non solo, viene censito così da wiipedia:Premia è un comune italiano di 583 abitanti facente parte della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Si trova in Valle Antigorio, una delle diramazioni della Val d'Ossola, lungo la via che conduce in Val Formazza, Area 88,7 km². Wikipedia Tra le tante risorse naturali, e locali come carne, formaggi e prodotti caserecci vari, ci sono esempi di cultura che vanno assolutamente preservati e bene ha fatto il comune ad acquisire la ghiaccia di un tempo. La descrizione che segue è quanto riportato nel cartello a fianco alla porta. Sono cose di altri tempi che dimostrano quanti sacrifici facevano una volta per vivere e riuscivano comunque a trovare soluzioni a tutto. Ghiacciaia o nevèra [caption id="attachment_70466" align="alignleft" width="203"] foto gentilmente concessa da Ermanno Moretti[/caption] Questa strana costruzione muraria cilindrica è una ghiacciaia o nevèra come viene chiamata in altre parti delle Alpi. Precursore dei moderni frigoriferi, era complementare alla baita, alla cascina, alle latterie sociali e negozi o case che necessitavano del freddo per la conservazione di derrate alimentari. La ghiacciaia di Premia è una costruzione unica in tutta la valle e in generale una delle poche presenti nella provincia. Venne costruita alla fine degli anni ’30 da Antonio Minoli, che a Premia gestiva una piccola macelleria La costruzione è stata donata al comune di Premia dalla signora Minoli Carmen in memoria del padre Antonio. Diametro interno,375m Altezza dal fondo alla volta 8,45 m. Volume che poteva essere riempito di neve: oltre 65 metri cubi. La costruzione presenta una pianta circolare, completamente in muratura a secco, interrata per alcuni metri e in parte costruita a ridosso di un grande masso. Il tetto è a volta e i muri sono spessi di circa un metro. La porticina d’accesso, un tempo di legno e sempre ben chiusa, è ora sostituita da una grata per consentire la visione interna. Nel corso dell’inverno si procedeva al carico della ghiacciaia: la neve pulita e compatta, veniva gettata attraverso la porta; la neve non doveva essere secca; se necessario la si bagnava e pestava bene, avendo l’avvertenza di alternare a strati di neve un piccolo strato di 6-8 cm. di foglie secche di faggio che avevano la funzione di isolamento termico. Da ultimo si copriva abbondantemente con foglie secche di faggio sui cui venivano posti dei canestri nei quali erano riposti i prodotti da conservare, in questo caso le parti delle bestie macellate. In anni di scarsa neve veniva riempita utilizzando i candelotti di ghiaccio reperiti sulle pareti rocciose intorno a Premia, trasportati fino a qui mediante slitte o carretti. Grazie a questi stratagemmi la temperatura all’interno della ghiacciaia si manteneva costantemente fredda per molti mesi, sufficienti a superare tutto il periodo caldo estivo. Una scala rudimentale, realizzata con pioli di ferro infissi lungo le pareti, consentiva l’accesso all’interno della ghiacciaia man mano che il livello della neve si abbassava. Per facilitare le operazioni di carico e scarico dei prodotti al suo interno, veniva usata anche una carrucola.   Giuseppe Criseo Varese Press