SANITA' : PIU' RISORSE, MIGLIORE RENDIMENTO

le risorse, il personale e l'organizzazione che serve. Una riflessione sulla sanità da parte di chi la vive quotidianamente    Con una aspettativa
media di vita di 82,6 anni (dato riferito al 2015), l'Italia si posiziona al quarto posto dei Paesi Ocse.
Gli alti livelli qualitativi offerti dall'assistenza sanitaria lombarda attraggono ogni anno sia pazienti provenienti da tutta Italia sia cittadini da tutto il mondo che scelgono di curarsi...

le risorse, il personale e l'organizzazione che serve. Una riflessione sulla sanità da parte di chi la vive quotidianamente    Con una aspettativa media di vita di 82,6 anni (dato riferito al 2015), l'Italia si posiziona al quarto posto dei Paesi Ocse. Gli alti livelli qualitativi offerti dall'assistenza sanitaria lombarda attraggono ogni anno sia pazienti provenienti da tutta Italia sia cittadini da tutto il mondo che scelgono di curarsi presso le nostre strutture.         Un primo passo per  migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie è garantire la presenza di un personale altamente qualificato, motivato e non minacciato dallo spettro del precariato rendendo dunque necessaria l'assunzione di 2000 medici e 3000 tra infermieri e operatori sanitari. Per quanto concerne lo sviluppo di una ricerca scientifica all'avanguardia, si rende opportuna l'assunzione di almeno 1000 ricercatori che portino avanti gli studi nella nostra Regione e non siano costretti a svilupparli emigrando, privando così l'Italia di grandi risorse. CURA DELLE MALATTIE CRONICHE  La riforma sanitaria della Regione Lombardia dei prossimi anni prevede un sostanziale cambiamento nel trattamento sanitario che sposta l'obiettivo dal curare al prendere in cura rispondendo così alle reali necessità dei pazienti. Con questo nuovo sistema di assistenza, il malato potrà scegliere autonomamente il gestore da cui essere assistito, sia questo il medico di famiglia o la struttura preposta. Per fronteggiare il  problema dei grandi ospedali pubblici ormai al collasso e ridurre così i tempi di attesa, sarebbe opportuno optare per il trasferimento dei pazienti cronici in strutture più piccole, dotate di un organico preparato e numericamente sufficiente a rispondere alle esigenze del malato. Tali strutture sono già presenti sul territorio lombardo, basti pensare ai piccoli ospedali che ciclicamente vengono sottoposti alla minaccia di chiusura. La gestione dei pazienti cronici verrebbe tradotta a medici specialisti e ad associazioni di medici di base qualificati, pagati a gettone, che già affrontano adeguatamente la cura dei pazienti cronici: in questo modo potrebbero utilizzare in modo più mirato la propria laurea specialistica e solleverebbero così i colleghi ospedalieri dal già opprimente carico lavorativo lasciando dunque loro la cura dei pazienti acuti e delle urgenze evitando dunque turni massacranti e situazioni di insufficienza nell'organico. In queste piccole strutture troverebbero posto attività ambulatoriali e sale dotate di una strumentazione adeguata alle richieste del paziente.   VOUCHER  Col supporto dei medici di base e con un servizio di assistenza domiciliare integrato, laddove il contesto famigliare e ambientale lo permettano, per i pazienti non autosufficienti e i malati cronici è prevista l'introduzione di un sistema di voucher che permetta loro di scegliere a quale servizio, a quale struttura e a quale medico affidarsi nella cura delle proprie patologie.  Dal recupero delle strutture ospedaliere al reimpiego più confacente dei medici di base, alla riduzione dei tempi di attesa e all'alleggerimento dei carichi lavorativi dei grandi ospedali, la Riforma della Sanità si prospetta una valida risposta alla difficile situazione attuale.