SPREAD: la verità

Dal 2011 veniamo ormai bombardati di notizie riguardanti lo spread, della sua crescita e decrescita. Ma quanti sanno realmente cos’è, e soprattutto perché i media e i mercati sono così preoccupati dal suo andamento?
Cercheremo di rispondere questa domanda nel modo più semplice possibile.
Lo spread (in inglese: “divario”) di cui sentiamo parlare noi è la differenza tra i tassi di interesse di 2 titoli: i Btp (Buoni del tesoro poliennali) italiani e i Bund tedeschi, entrambi titoli di stato a 10 anni. Lo spread può essere misurato in base ai titoli di stato di ogni paese dell’eurozona, quindi esiste uno spread francese, uno irlandese, etc.

Perché è così importante?

Ricordiamo che attraverso i titoli, gli Stati si indebitano e gli investitori acquistano dei crediti.
Un tasso d’interesse di un titolo è maggiore se vi è il pericolo che i soldi non siano restituiti.  Perciò un aumento dello spread può determinare paura da parte degli investitori che non rinnoveranno i propri titoli, provocando gravi danni all’economia nazionale; inoltre- dopo l’aumento- lo Stato, dovendo pagare una somma maggiore per gli interessi, dovrà aumentare le tasse o diminuire la spesa pubblica, gravando sulle spalle dei cittadini.
È vero quindi che l’aumento dello Spread causa un agitazione dei mercati e degli investitori.
Tuttavia la diminuzione dello spread non è sempre positiva: se il tasso d’ interesse sui Btp cresce dal 3% al 4% e il tasso d’interesse sui Bond sale dall’1% al 3%, lo spread scende da  200 punti a 100 punti. Lo spread è sceso, ma l’incertezza sull’economia italiana è aumentata.
Ciò che conta è quindi il tasso d’interesse dei titoli, piuttosto che la loro differenza.

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