BAMBOLINA CINESE RITIRATA DAL COMMERCIO : possibili danni al sistema riproduttivo
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- 08 gennaio 2018
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- Views 35 Diritti civili Italia
BAMBOLINA CINESE RITIRATA DAL COMMERCIO. Sostanze tossiche nella bambola ritirata dal Ministero della Salute. In pericolo la salute dei bambini. L’Epifania è la festa di tutti i bambini che, dopo i regali di Natale sotto l’albero, aspettano impazienti la calza della befana piena di caramelle, regali e carbone, ma anche giocattoli. Purtroppo potenziali rischi si annidano nel materiale plastico di cui sono composti molti articoli da regalo, in particolare giochi per bambini per...
BAMBOLINA CINESE RITIRATA DAL COMMERCIO. Sostanze tossiche nella bambola ritirata dal Ministero della Salute. In pericolo la salute dei bambini. L’Epifania è la festa di tutti i bambini che, dopo i regali di Natale sotto l’albero, aspettano impazienti la calza della befana piena di caramelle, regali e carbone, ma anche giocattoli. Purtroppo potenziali rischi si annidano nel materiale plastico di cui sono composti molti articoli da regalo, in particolare giochi per bambini per l’utilizzo degli ftalati, sostanze tossiche che possono distruggere il sistemo endocrino. Il pericolo viene dai giochi contraffatti e non certificati, nei quali sono presenti grandi quantità di ftalati, un tipo di sostanze tossiche che possono avere effetti devastanti nei bimbi. A lanciare l’allarme il nostro Ministero della Salute, in ambito europeo, che ha ritirato dal commercio la Bambolina con accessori “Adorn Article” della Jiaruifeng Toys Factory, importata dalla ditta Royal Collection Group S.r.l. Via Umbria 5 35043 Monselice Padova, una delle bambole più vendute in Italia, ma fabbricata in Cina dalla . La bambolina è commercializzata dal grossista Centro Commerciale "LA CORTE LOMBARDA" Strada Padana Superiore 154 - Int. C.C. 20060 Bellinzago Lombardo (MI). Le analisi eseguite dal Laboratorio UOOML di
Desio hanno documentato presenza di DEHP ftalato di bis (2-etilesile) al 37,3%; Il rischio sanitario consiste in possibili danni al sistema riproduttivo causati dalla presenza di di-ftalato (2-etilesil) (DEHP) contenuto nel materiale plastico del giocattolo. Questo ftalato può nuocere alla salute dei bambini, causando possibili danni al sistema riproduttivo. Gli ftalati sono sostanze tossiche per organi riproduttivi, soggette a restrizione europea. Il loro utilizzo non è consentito a concentrazioni superiori allo 0,1%, né nei giocattoli né negli articoli destinati all’infanzia. Il motivo della restrizione è dovuto al pericolo di esposizione che può derivare dal masticare o succhiare per lunghi periodi di tempo oggetti che contengono ftalati, distruttori del sistema endocrino umano». La presenza di ftalati nei giocattoli e il conseguente ritiro dal commercio in vari Paesi europei viene segnalato sistematicamente nel sistema RAPEX a partire dal 2005. Secondo gli ultimi rapporti del ministero della Sanità si tratta prevalentemente di articoli di origine cinese. Dal 2008 una media di più di 110 notifiche l’anno riguarda questa categoria di prodotti pericolosi, per la presenza degli ftalati oltre al limite consentito. Nel 2015 hanno rappresentato il 37% delle notifiche totali relative ai giocattoli. invita immediatamente le autorità competenti ad attivare una azione di controllo del mercato, per il tipo di rischio cui è esposto il consumatore. Infatti, in Italia che ha delle norme rigidissime in merito, è vietata la commercializzazione e l’importazione di prodotti che contengano alti contenuti di ftalati. Il giocattolo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre a rappresentare un rischio chimico dannoso per la salute umana, inoltre non è conforme al regolamento REACH che prevede il divieto in Europa di circolazione di sostanze non registrate e prive di documentazione sui relativi rischi per salute e ambiente e sulle relative misure di prevenzione necessarie per evitarli. Inoltre per il fabbricante e l'importatore che immettono sul mercato giocattoli con ftalati superiori allo 0,1%, ai sensi dell’art. 16 del Decreto legislativo 14 settembre 2009 n. 133, è prevista una sanzione penale con l'arresto fino a tre mesi o l'ammenda da 40 mila a 150 mila euro. Questo comunicato riporta i dati inseriti direttamente nel sistema GRAS RAPEX della UE. Lecce, 8 gennaio 2017 Giovanni D’AGATA