TERRORISMO IN RETE
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- 06 febbraio 2017 Diritti civili Istituzioni
TERRORISMO e LE SUE SFUMATURE
TERRORISMO IN RETE
RELAZIONE SUL TERRORISMO – PROTOCOLLO HOMELAND SECURITY EP@ 2016 ALLARME TERRORISMO IN EUROPA La soglia di allerta nelle capitali europee è ai massimi livelli: Roma è considerata un obbiettivo sensibile, anche per la presenza della città del Vaticano, ma anche Londra è al centro del mirino e nella stessa Parigi non è stata abbassata la guardia. Inevitabile, a fronte di questi attacchi al ...
TERRORISMO e LE SUE SFUMATURE
TERRORISMO IN RETE
RELAZIONE SUL TERRORISMO – PROTOCOLLO HOMELAND SECURITY EP@ 2016 ALLARME TERRORISMO IN EUROPA La soglia di allerta nelle capitali europee è ai massimi livelli: Roma è considerata un obbiettivo sensibile, anche per la presenza della città del Vaticano, ma anche Londra è al centro del mirino e nella stessa Parigi non è stata abbassata la guardia. Inevitabile, a fronte di questi attacchi al cuore dell'Europa, la polemica nei confronti dell'immigrazione e della politica di accoglienza dei rifugiati siriani: sembrerebbe, infatti, che uno degli attentatori di Parigi avesse passaporto siriano e fosse recentemente entrato in Europa dalla Grecia. A fronte di questo ennesimo episodio l'Europa potrebbe decidere di rivedere il trattato di Shengen? Lo vedremo nei prossimi mesi ma sembrerebbe inutile visto che la maggior parte degli attentatori in Francia e in Belgio sono nati e cresciuti in Europa, fanno parte della seconda generazione di immigrati reclutati dall'Isis in patria e, all'apparenza, erano integrati nel contesto sociale. Come difendersi da un male che è nato nel cuore dell'Europa stessa? Ecco di seguito un approfondimento su cos'è l'Isis, come nasce e quali sono i suoi obiettivi. Il 29 giugno 2014 questo gruppo di jihadisti ha annunciato la creazione di un califfato islamico nei territori controllati tra Siria e Iraq e ha nominato il proprio leader Abu Bakr al-Baghdadi “califfo dei musulmani”. L’obiettivo è quello di ridefinire i confini del Medio Oriente cancellando ogni traccia dell’attuale occidentalizzazione. “Il califfato – stando a quanto riportato da The Post Internazionale a febbraio - si estende da Aleppo, nel nord della Siria, alla regione di Diyala, nell’est dell’Iraq. Attualmente occupa un territorio di circa mila chilometri quadrati e oltre 6 milioni di persone vivono sotto il suo controllo.” TERRORISMO ISLAMICO La crescita di questo movimento terrorista. Alla causa dell’Isis hanno aderito più di 80.000 combattenti che hanno fatto crescere un modo esponenziale un gruppo terroristico che, fino a tre anni fa, contava circa un migliaio di militanti armati. Questa impennata di adesioni riflette anche la situazione economica dello Stato Islamico che in poco tempo è riuscito a diventare il gruppo terroristico più ricco al mondo con un patrimonio superiore ai 2 miliardi di dollari. Una cifra impressionante resa possibile anche dagli introiti derivanti giornalmente dal business del petrolio che, dopo la conquista della città di Mosul, frutta ben 3 milioni di dollari al giorno. La provenienza del restante patrimonio, sempre citando The Post Internazionale, è così ripartibile: “430 milioni di dollari rubati nelle banche depredate lungo il cammino di conquiste, 96 milioni di dollari grazie al riciclaggio di denaro nella zona di Mosul, 36 milioni dal business dei tesori archeologici e circa 343 milioni da altre attività ancora da chiarire.”. Dati i mezzi tecnologicamente avanzati utilizzati dall’Isis per la guerra in molti pensano che ci siano anche ulteriori forme di finanziamento. Il Washington Post, per esempio, ha parlato di donazioni provenienti dal confine turco-siriano. TERRORISMO INTERNAZIONALE: LA STRATEGIA DELL'ISIS Lo Stato Islamico fonda buona parte della sua strategia del terrore sulla sua capacità di diffondere in modo capillare i propri contenuti sul web. Twitter, Facebook, YouTube e vari blog si sono infatti affiancati al più classico messaggio inviato alle emittenti televisive consentendo una vera e propria invasione mediatica e una propaganda mondiale, forti soprattutto dell’utilizzo della lingua inglese. Per capire fino a che punto il sistema di comunicazione messo in piedi dall’Isis funzioni alla perfezione, basta pensare che la loro rete di account Twitter è riuscita ad inviare quarantamila tweet in un solo giorno. L’intenzione è quella di creare un vero e proprio marchio del terrore. È infatti proprio in quest’ottica che si comprende come mai la propaganda passi anche attraverso la vendita di gadget che si possono acquistare, tra l’altro, su Internet o a Istanbul e la distribuzione da parte dei militanti di caramelle e gelati per strada e negli ospedali. TERRORISMO INTERNAZIONALE ISIS Cosa c’è da sapere sui video dell’Isis. La punta di diamante di questa macchina del terrore è ovviamente la diffusione dei video, in aumento negli ultimi mesi, in cui l’Isis mostra in modo crudo e spietato l’uccisione degli ostaggi caduti nelle proprie mani. Volendo individuare un inizio in questa ondata di immagini strazianti si può fare riferimento al video diffuso il 19 agosto con cui i jihadisti dello Stato Islamico hanno reso nota al mondo la decapitazione di James Foley, giornalista statunitense rapito in Siria nel 2012. Il filmato ha dato il via ad una serie di minacce e ricatti che hanno portato all’esecuzione, sempre accuratamente filmata, anche del giornalista degli Stati Uniti Steven Sotloff, del britannico David Cawthorne Haines e del francese Hervè Pierre Gourdel. I video però non sono finiti. È del 3 febbraio la notizia della diffusione, da parte dello Stato Islamico del filmato dell’esecuzione del pilota giordano Muadh al-Kasasibah, arso vivo in una gabbia e poi ricoperto di macerie. I militanti hanno diffuso poi un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti rapiti in Libia. INTELLIGENCE Per questi motivi la ns esperienza è al servizio del sistema paese e di chiunque ritenga di dover porre in essere ogni eventuale contromisura atta a garantire la propria incolumità e dei suoi cari, grazie ai ns protocolli di sicurezza internazionale. Roma 2016 CC-RTI Relatore Ennio Pietrangeli
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