Decreto sulla sicurezza urbana: il nuovo fascismo - di Roberto Malini
- /
- 19 marzo 2017 Diritti civili
riceviamo e pubblichiamo e rappresenta l'opinione personale di Malini
Decreto sulla sicurezza urbana: il nuovo fascismo di Roberto Malini Dagli stadi e palazzetti dello sport, il Daspo è stato esteso con il decreto Minniti sulla sicurezza urbana a centri storici, parchi, stazioni altre zone cittadine. Attraverso il decreto sindaci e poliziotti municipali avranno il potere di allontanare a propria discrezione tutte le persone che ritengano sgradite per r...
riceviamo e pubblichiamo e rappresenta l'opinione personale di Malini
Decreto sulla sicurezza urbana: il nuovo fascismo di Roberto Malini Dagli stadi e palazzetti dello sport, il Daspo è stato esteso con il decreto Minniti sulla sicurezza urbana a centri storici, parchi, stazioni altre zone cittadine. Attraverso il decreto sindaci e poliziotti municipali avranno il potere di allontanare a propria discrezione tutte le persone che ritengano sgradite per ragioni di decoro, moralità o sicurezza. In base a tale discriminazione legalizzata, assisteremo così all'allontanamento fino a sei mesi di mendicanti, immigrati, senzatetto. Il decreto sarà legge dal 20 aprile e già si vedono anticipazioni della politica dei "sindaci sceriffi" in città come Milano o Genova, dove si restringono progressivamente i limiti della tolleranza nei confronti dei poveri. Mentre corruzione e mafia dilagano nei centri urbani e i loro contatti con la politica sembrano i passi di un balletto osceno, le autorità sono impegnate quotidianamente in una caccia spietata a Rom, senzatetto e persone costrette a sopravvivere grazie all'elemosina. I difensori dei diritti umani raccolgono sempre più spesso notizie di abusi istituzionali nei confronti degli emarginati ed essi stessi si trovano di fronte ad atteggiamenti ostili quando si rapportano all'autorità intollerante. O nel migliore dei casi, come a Genova, dove vivo, a un silenzio carico di arroganza ed echi di tempi foschi. Coloro che hanno a cuore giustizia sociale e civiltà, devono avere coraggio e restare accanto agli emarginati, ai perseguitati. Non solo mettendo gli spiccioli in un cappello o un bicchierino, ma anche fornendo alle vittime dell'intolleranza istituzionale e poliziesca un numero di cellulare, una email, un contatto Facebook. In questo modo, di fronte all'abuso, non saranno isolate, non saranno cacciate fuori dalle città nell'indifferenza, non subiranno violenza senza testimoni. Poi bisognerà agire: mettere le persone colpite dalle nuove politiche in contatto con studi legali, aiutare le famiglie che gli effetti del decreto condurranno a crisi umanitarie, protestare contro i provvedimenti usando gli strumenti giuridici e coinvolgendo le istituzioni dell'Ue. Fascismo e razzismo sono fenomeni cangianti. Da neri, i fascisti possono diventare rossi. Sono bugiardi. Si mascherano da "persone per bene" per continuare a dedicarsi alla sola linfa che li nutre: la ricerca del potere. Per opporre ad essi i valori più profondi della civiltà, bisogna innanzitutto imparare a riconoscerli. I fascisti più subdoli non tuonano contro le minoranze, ma affermano - al contrario - di averle a cuore. Operano per la sicurezza, contro il degrado, per la serenità dei cittadini. Sindaci, assessori, autorità: li vediamo nelle vesti di appassionati oratori durante le Giornate della Memoria, le celebrazioni della Resistenza, gli eventi antirazzisti. Sono i portabandiera dell'odio ed è sulla loro viscida, velenosa scia che dobbiamo camminare, se siamo amici dei diritti umani, per testimoniare e porre rimedio - quando ne siamo in grado - alla loro opera che decostruisce il sogno di un mondo senza ingiustizie e crudeltà.