Studenti Insubri: “Il capitale sta distruggendo la nostra società”

Geminello Alvi, saggista ed economista, è stato protagonista dell'ultimo incontro organizzato all'Università dell'Insubria, dal Gruppo studentesco Studenti Insubri

Geminello Alvi dagli Studenti Insubri: “Il capitale sta distruggendo la nostra società”

Un'analisi spietata della società moderna, che distrugge i valori e abbassa il livello culturale dei cittadini.

Geminello Alvi, saggista ed economista, è stato protagonista dell'ultimo incontro organizzato all'Università dell'Insubria, dal
Gruppo studentesco Studenti Insubri.

Lo studioso ha iniziato il suo intervento con il racconto della vita e delle imprese di Adriano Olivetti, grande e visionario industriale
italiano dell’omonima azienda, e con l'esposizione del suo pensiero, incentrato su un modello economico comunitario che riuscisse a
integrare la vita economica e lavorativa degli uomini con la dimensione politica e spirituale della propria comunità di appartenenza. Secondo Alvi, Olivetti è stato l'illuminato ideatore di un capitalismo sociale ed antropocentrico che sintetizzasse le componenti migliori sia del capitalismo liberale che del socialismo reale e al contempo ne evitasse i difetti e le mostruose aberrazioni incentrandolo sulla vita reale delle comunità degli uomini, il cui modello letterario e poetico rimane la Contea tolkeniana.

Laddove il lavoro non è più una schiavitù salariata, ma un'estensione all’intera comunità della cura della propria casa e della propria famiglia, riconducendo così l'economia alla sua radice etimologica.

Tale grandiosa visione, avversata e incompresa ai tempi di Olivetti e in parte da lui realizzata negli stabilimenti olivettiani di Ivrea e di
Pozzuoli, può e deve essere di ispirazione paradigmatica per guarire il presente dai distorti modelli economici, sociali, politici e
culturali che lo hanno condannato alla decadenza.

Il suo ragionamento ha proseguito infatti focalizzandosi sulle derive verso cui sta andando la nostra società, soprattutto sui nuovi mezzi di comunicazione e sulla crisi valoriale.

“Internet ha dato a tutti il diritto di sentirsi uguali a tutti – ha spiegato Geminello Alvi – così si arriva alla fiera dell'equalizzazione. Ed è per questo che internet piace così tanto alla sinistra. È quello che mancava all'economia sovietica”.

“Stiamo creando una civiltà di vigliacchi. Dove nessuno sa più cosa sia l'onore, cosa sia la verità. Nessuno oggi morirebbe per la verità o per l'onore. Non per niente, non si fanno più duelli” aggiunge provocatorio.

Quindi, la sua analisi approda alla causa della distruzione della nostra società, ovvero il ruolo sempre maggiore che sta avendo il
capitalismo, non quello olivettiano e comunitario ma quello finanziario ed astratto, che rovescia la realtà facendo delle comunità
umane e quindi degli uomini soltanto numeri computabili e calcolabili in un indice.

“Il capitale è un meccanismo impersonale che porta alla distruzione di tutto quanto – ha sottolineato Alvi – è causa di un processo
spersonalizzazione a tutti i livelli, assecondato dallo Stato, che renderà le persone sempre più asservite”.


 

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