Varese, visita delle chiese con affreschi attorto a cui "gli amici della terra" chiedono più attenzione
Grande partecipazione di pubblico con “gli amici della Terra” per la gita si è proposta di visitare molte chiese dell’area varesina con Sant’Apollinare di Crosio della Valle, recentemente restaurata con grande sostegno da parte di aziende private e dei cittadini, avevano dei punti in comune per antichità o per affreschi conservati.
In particolare si sono viste le chiese di:
-Crosio della Valle – Sant’Apollinare, chiesa di origine carolingia con affreschi di Galdino da Varese (1505) e altri affreschi del XVII secolo;
-Sumirago – Santa Maria Annunciata, chiesa di origine carolingia con affreschi del XV e XVI secolo;
-Brunello – Santa Maria Annunciata, con affreschi del XVI secolo;
-Gazzada - Chiesa Parrocchiale S. Maria con affreschi del XVI secolo;
-Baraggia di Viggiù – San Siro alla Baraggia con affreschi del XVI secolo;
-Induno Olona - S. Pietro in Silvis con affreschi del XIV - XVI secolo;
-Varese - Santo Stefano a Bizzozero con affreschi di Galdino da Varese del XVI secolo.
Tutte le chiese visitate mostravano la necessità che avvenissero degli interventi per completare recuperi già compiuti.
Abbiamo invece ricevuto un vero e proprio pugno nello stomaco andando a visitare la chiesa di San Siro alla Baraggia.
La chiesa ha solo il tetto rifatto. Questa è di proprietà del Comune mentre l’edificio afferente, in peggiori condizioni, è di proprietà della Chiesa cattolica.
San Siro, ora sconsacrata e priva dell’altare, conserva al proprio interno affreschi di particolare bellezza nella parete in fondo, mentre le pareti laterali sono state pitturate alla bell’e meglio e una è stata oltraggiata da vandali con segni incomprensibili dati con una bomboletta spray di colore rosso.
Chiediamo attenzione in primis ai bisogni della Chiesa di Bizzozero ma questo non risolve il problema ben più ampio del territorio.
Come detto, tutti gli affreschi hanno bisogno di una manutenzione ordinaria e, qualche volta, anche straordinaria.
Perché ciò sia possibile, occorre che gli enti pubblici competenti abbiano a prendere una posizione comune. L’ente cui rivolgersi lo vedremmo nella Regione Lombardia, attraverso cui è possibile raggiungere l’ottenimento di un contributo almeno risolutivo delle emergenze attuali.
Girando per le chiese, si può vedere come sia mancata proprio una regia complessiva e che le chiese, quasi tutte abbandonate a se stesse o trasformate in depositi alla fine dell’800 ovvero i primi del 900, siano state recuperate grazie ai comitati popolari che si sono riuniti Comune per Comune.
Questa è stata un’azione risolutrice importantissima ma solo a dimensione locale che ha dimostrato come i cittadini siano attenti solo alla cultura del luogo.
È però importante, secondo noi, che l’amministratore del Comune capoluogo (cioè il Sindaco), sappia essere da guida dei Comuni piccoli guardando alle necessità della salvaguardia delle espressioni culturali di un’epoca storica che non possiamo perdere e che dobbiamo vedere nel suo insieme.
Con l’assessore Strazzi avevamo considerato la questione delle fornaci della provincia di Varese. Avevamo chiesto l’organizzazione di un convegno per illustrare un bisogno del territorio e per lanciare un allarme sulle condizioni di alcune fornaci che non era possibile perdere, cancellando completamente i segni che possono collegarsi l’uno con l’altro, e sono storia e tradizione del territorio.