Legge Merlin 60 anni di fallimento politicamente corretto

Legge Merlin 60 anni di fallimento politicamente corretto, la legge entrata in vigore il 20 febbraio 1958 ormai è superata dalla storia e dalla cultura. La legge 20 febbraio 1958 n. 75 meglio conosciuta come Legge Merlin dal nome della promotrice e prima firmataria della norma, la senatrice compie oggi 60 anni. Pur essendo un contenitore di dettati anche molto positivi e innovativi è passata alla storia come la legge che ha chiuso i Casini. Lina Merlin si era ispirata alla sc...

Legge Merlin 60 anni di fallimento politicamente corretto, la legge entrata in vigore il 20 febbraio 1958 ormai è superata dalla storia e dalla cultura.

La legge 20 febbraio 1958 n. 75 meglio conosciuta come Legge Merlin dal nome della promotrice e prima firmataria della norma, la senatrice compie oggi 60 anni. Pur essendo un contenitore di dettati anche molto positivi e innovativi è passata alla storia come la legge che ha chiuso i Casini. Lina Merlin si era ispirata alla scelta francese dove, a seguito delle pressioni del movimento di idee promosso da una ex prostituta attivista Marthe Richard, i casini erano stati chiusi già nel 1946 e aveva presentato una prima volta già nel 1948, la legge, che riguardava allora 700 casini con 3 mila prostitute professionali. Vero è che la normativa vigente ai tempi della senatrice non era certo un modello di perfezione e probabilmente avrebbe avuto bisogno di qualche ritocco per adeguarsi ai tempi e all’evoluzione delle idee, ma non c'era sicuramente bisogno di fare finta che la prostituzione non esistesse e che bastasse una legge per risolvere tutto chiudendo i casini. Nel momento dell’entrata in vigore della legge 75/1958 le prostitute ufficiali si erano ridotti a meno di 2. 500. La legge in realtà abolì solamente la regolamentazione del fenomeno prostituzione, chiudendo i luoghi fisici (le cosiddette case di tolleranza) introducendo nuovi reati come lo sfruttamento, l’induzione e il favoreggiamento della prostituzione lasciando totalmente legale la prostituzione volontaria compiuta da donne e uomini maggiorenni non sfruttati. Le scelte individuali di prostituirsi vennero considerate garantite dalla costituzione, come parte della Libertà personale inviolabile (articolo 13 - La libertà personale è inviolabile). La legge previgente alla 75/1958 prevedeva che venissero eseguiti dei controlli sanitari periodici sulle prostitute, fondamentali per la riconferma delle licenze per la gestione dei casini e che le professioniste fossero registrate. La legge Merlin stabiliva la chiusura dei casini entro sei mesi e l’abrogazione di tutta la normativa che regolava la più antica delle professioni umane. [caption id="attachment_64072" align="alignleft" width="209"] Legge Merlin 60 anni di fallimento politicamente corretto[/caption] La visione della Merlin, confusa tra le profonde radici cattoliche e le nuove idee socialiste, era tutta concentrata sul luogo dove veniva esercitata l’attività senza preoccuparsi minimamente della natura del fenomeno e, introducendo reati come lo sfruttamento, l’induzione e il favoreggiamento senza proibire il fatto in sé, ha consegnato l’esercizio del meretricio alle mafie e alla strada. La legge prevedeva anche l’istituzione di un corpo di Polizia femminile che avrebbe dovuto occuparsi della prevenzione e della repressione dei reati contro il buon costume. L’unico effetto in realtà fu che alla mezzanotte del 189 settembre 1958 vennero chiusi 560 casini rovesciando in strada prostitute e clienti a disposizione delle varie mafie che si trovarono in mano inaspettatamente un affare miliardario (in lirette di allora). Considerato che non era considerata reato la vendita del corpo bensì lo sfruttamento del corpo altrui ha soltanto spostato il mercato nelle strade e nella clandestinità, spostando quindi la gestione del fenomeno dalle strutture legali e regolamentate al marciapiede e ad organizzazioni prive di scrupoli e regole, trasformando il mercato del sesso in un mercato di esseri umani. [caption id="attachment_64073" align="alignright" width="650"] Legge Merlin 60 anni di fallimento politicamente corretto[/caption] Fine della legalità, dell’assistenza medica, della sicurezza dei luoghi in cui esercitare, del prelievo fiscale e inizio della grande avventura che ha fatto ricche le mafie che così hanno potuto accumulare (anche con l’aiuto di stato del contrabbando) i capitali che hanno poi permesso il lancio in grande del nuovo affare delle droghe. Il passaggio dagli accoglienti sicuri casini alle strade buie delle periferie ha aperto tutta una serie di dibattiti tendenti all’abrogazione della Legge Merlin o perlomeno a sue modifiche parziali perché da molti ritenuta non idonea per la gestione del fenomeno della prostituzione in Italia. Nel corso degli anni l’impianto della legge non è stato mai cambiato, salvo la sostituzione della parola “donna” libera di prostituirsi con la parola “persona” prendendo atto dei rivoluzionari cambiamenti nell’offerta di sesso. Oggi le normative internazionali non considerano più la prostituzione volontaria come attività non dignitosa e alcune organizzazioni per i diritti umani si sono schierate in difesa delle persone che svolgono il lavoro del sesso, ma questo è un tema su cui non è corretto prendere posizione, meglio fare finta di niente. Roma 20 febbraio 2018 Fabrizio Sbardella