Esposto in procura contro i cementifici da parte di Eleonora Evi, Marco Valli e meetup #Varese5Stelle
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- 18 settembre 2018
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- Views 104 Cronaca Varese/Valceresio
#CEMENTIFICI DI COMABBIO E CARAVATE (VA), PRESENTATO ESPOSTO IN PROCURA: "ANALIZZARE RISCHI SU SALUTE E AMBIENTE DERIVANTI DA COMBUSTIONE DEI RIFIUTI" +++
“Vogliamo fare
chiarezza perché siamo estremamente preoccupati per le emissioni prodotte dai
cementifici e chiediamo al Procuratore di valutare se sussistano gli estremi
per aprire le indagini". Queste le parole dell'eurodeputata del Movimento
5 Stelle, Eleonora Evi, che insieme ai colleghi Marco Valli, Piernicola
Pedicini, e a un gruppo di attivisti del M5S della provincia di Varese, ha
presentato questa mattina alla Procura di Varese l'esposto riguardante i
cementifici Holcim di Comabbio/Ternate e Colacem di Caravate. "I due
cementifici – continua Evi - così come tutti i maggiori gruppi produttori di
cemento in Italia, bruciano infatti combustibili alternativi e scorie da
inceneritori, con possibili gravi ripercussioni sulla salute umana e l'ambiente.
Di fatto producono cemento non nelle modalità tradizionali, ma bruciando
combustibili solidi secondari (CSS), o combustibili derivati da rifiuti solidi
urbani (CDR) o scorie da acciaierie e da inceneritori".
I CDR sono combustibili derivati da rifiuti solidi urbani tramite opportuni
trattamenti che ne aumentano il potere calorico e ne riducono il contenuto di
metalli, vetri e materiale putrescibile.
I combustibili solidi secondari (CSS) sono anch’essi prodotti da rifiuti e il
Decreto Clini del 2013 ha fissato dei parametri affinché determinate tipologie
di CSS cessino di essere considerate rifiuto grazie ad un iter semplificato e,
di conseguenza, semplificando le procedure per il conferimento
all'incenerimento presso i cementifici.
"L'utlizzo, anche
parziale, di CSS, CDR e scorie da acciaieria e da inceneritori ha impatti
negativi sull'ambiente e la salute. Alcuni esempi? Pensiamo all'emissione di
metalli pesanti tossici nell'atmosfera, ad esempio, oppure alla questione
occupazionale, con i rischi cui sono sottoposti i lavoratori che sono
quotidianamente esposti all'inalazione e all'assorbimento di cromo e cadmio.
Pensiamo al problema della compromissione dei diritti dei consumatori che, al
momento dell'acquisto, non possono distinguere una confezione di cemento con
elementi tossici da una di cemento tradizionale".
In merito ai cementifici, l'associazione Medicina Democratica Onlus ha
sviluppato un documento che Evi ha inserito nella documentazione depositata
oggi in Procura a Varese. Una lista dei materiali utilizzati nei vari
cementifici italiani da cui si evince che a Caravate si bruciano pneumatici,
oli e miscele oleose e farine animali e che la capacità autorizzata nel 2018 è
di 82mila tonnellate, mentre nel 2016 l'impianto ha bruciato 12.248 tonnellate
di rifiuti urbani trattati e di CSS. A Comabbio, invece, vengono utilizzati CSS
e pneumatici e per quest'anno la capacità autorizzata è di 97mila tonnellate.
"Numeri in aumento – commenta Evi – e bisogna aggiungere che è
estremamente preoccupante il fatto che il monitoraggio dei dati non venga
svolto da enti pubblici certificati, ma dalle stesse aziende che utilizzano gli
inceneritori. Di fatto, colui che dovrebbe essere controllato è il controllore
di se stesso!". Questo è anche il motivo per cui non ci sono dati
condivisibili di riferimento se non quelli stilati da Medicina Democratica che
dimostrano come la combustione autorizzata in Italia nel 2018 è pari a 981.050
tonnellate. "Cifre spaventose che non possono passare inosservate: è
necessario indagare e stabilire quali effetti producano sulla vita di tutti
noi" conclude Evi.