Una vita anticonformista Giuseppe nel 1906 era sbarcato in America del Sud
Una vita anticonformista Giuseppe nel 1906 era sbarcato in America del Sud per dipingere nella sconfinata Argentina pampas y gauchos, lasciando la giovane moglie e due figlioletti, il maggiore di 24 mesi; dopo qualche anno di girovagare (avrebbe dovuto fermarsi solo qualche mese), rientrò in Italia, forse costretto a ciò dalla prematura morte del secondogenito. Giuseppe, almeno fino ai quarant'anni, condusse una vita piuttosto anticonformista, "scapigliata", in netto contrasto con la solida f...
Una vita anticonformista Giuseppe nel 1906 era sbarcato in America del Sud per dipingere nella sconfinata Argentina pampas y gauchos, lasciando la giovane moglie e due figlioletti, il maggiore di 24 mesi; dopo qualche anno di girovagare (avrebbe dovuto fermarsi solo qualche mese), rientrò in Italia, forse costretto a ciò dalla prematura morte del secondogenito. Giuseppe, almeno fino ai quarant'anni, condusse una vita piuttosto anticonformista, "scapigliata", in netto contrasto con la solida famiglia borghese di commercianti da cui proveniva; ebbe una vita caratterizzata da scelte molto difficili da affrontare per il suo tempo: trasferimento dalla lombarda Bergamo alla piemontese Intra, per intraprendere una vita artistica dalle incerte prospettive, matrimonio con una giovanissima signorina di fede evangelica, lungo viaggio in Argentina. Tutte queste pulsioni però, dopo il rientro sul lago Maggiore, andarono piano piano sfumando per trasformarsi in un lungo tranquillo vivere, anche se il tarlo della "fuga" doveva essergli rimasto addosso, al punto da scrivere sul coperchio del suo orologio da taschino, forse per tenere viva la speranza, la frase "ancor non me despero". "Sciur Beppe, tornerà in Argentina?" - chiedevano un poco provocatoriamente i passanti al pittore mentre stava seduto sull'uscio del suo studio di piazza Teatro a Intra, spesso indossando un poncho, cappello nero a larghe tese in testa ed in mano l'immancabile contenitore del mate. "Ancor non me despero" ripeteva lui, lo sguardo perso oltre i lontani monti, all'inseguimento forse di quella luce delle sconfinate praterie battute dal vento entratagli nel cuore e non ancora svanita. In copertina: Il pittore Giuseppe Rinaldi (Bergamo, 1870 - Intra ora Verbania, 1948). In occasione della mostra retrospettiva allestita presso il Museo e dedicata a questo pittore del primo novecento, La Voce dedica all'evento l'intero numero. INVITO Per visitare la mostra, si prega prenotarsi o telefonicamente allo +39 335 75 78 179 o inviando una e-mail a info@museoappenzeller.it. La mostra, inaugurata il 30 Agosto, chiuderà il 20 Settembre.